Il centro storico di Cosenza, tra case pericolanti e degrado, è tra gli argomenti cardine della campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale di Palazzo dei Bruzi. I candidati alla carica di sindaco chiariscono le azioni che intendono porre in essere per risollevare le sorti della città vecchia, prima che tutto crolli.
Valerio Formisani
“Il centro storico è stato utilizzato come ghetto per preservare il miglio d’oro del centro città, della Cosenza bene. Ha subito l’impatto degli invisibili che non avevano un tetto e hanno cercato lì una soluzione abitativa. Un fenomeno a cui è seguita – spiega il dottor Formisani che da oltre 10 anni fornisce assistenza medica gratuita con ambulatori popolari anche nel centro storico – la progressiva eliminazione dei servizi perché si è pensato solo all’apparenza. Faccio un esempio: si è provveduto al restyling del Castello Svevo, mentre si è chiusa la biblioteca civica e si è lasciato nel degrado il sito archeologico di piazza Toscano. Alcuni vicoli sono diventati discariche a cielo aperto, luoghi dove la gente vive in condizioni inumane, dove il solaio può crollare da un momento all’altro. Dare un’abitazione decente a tutti, sostenere le famiglie più bisognose è un dovere civile. Bisogna aprire cantieri permanenti per la manutenzione di Cosenza Vecchia, usare la mappatura degli edifici pericolanti e recuperare tutto ciò che non deve essere abbattuto. Bisogna favorire le forme cooperative di ripristino degli edifici per rilanciare le attività artigianali e imprenditoriali del centro storico. Sarebbe utile attivare anche una collaborazione con l’Università della Calabria per trasferire nel centro storico facoltà che si occupano di Conservazione dei beni culturali. Rivitalizzare il centro storico significa portare cultura e gioventù, linfa nuova, sviluppo delle attività informatica. I centri storici sono i nostri gioielli rappresentano la storia, le radici, le origini. Non siamo figli di Alarico che era un oppressore, ma di Bernardino Telesio, Tommaso Campanella, Alfonso Rendano persone che hanno contribuito all’evoluzione culturale del Paese”.
Franz Caruso
“Bisogna lavorare in sinergia per ottenere una legge nazionale che consenta il recupero del centro storico di Cosenza. I 90 milioni di euro di fondi Cipe – secondo il candidato sindaco di Cosenza Franz Caruso – sono uno strumento fondamentale per intervenire sul centro storico, ma riguardano solo interventi sugli edifici pubblici. Il problema sono invece gli edifici privati, alcuni di grande pregio storico, artistico, architettonico. Manufatti di cui spesso non si conosce più neanche la proprietà. Una legge nazionale consentirebbe di poterli acquisire a patrimonio dello Stato o comunale, ristrutturarli, metterli sul mercato o destinarli a determinate attività. Se non agiamo in tal senso il centro storico crollerà e tra qualche decennio non esisterà più. È inutile che ci prendiamo in giro: non ci sono fondi comunali, non ci sono fondi regionali che possono bastare per la messa in sicurezza dal punto di vista sismico, idrogeologico e strutturale di questo patrimonio che io definisco il gioiello di famiglia. Abbiamo ha bisogno di risorse importanti che solo lo Stato può mettere a disposizione con una legge dedicata”.
Francesco Civitelli
“L’amministrazione comunale – dichiara il candidato sindaco Civitelli – non possono essere presenti a Cosenza Vecchia solo quando succedono eventi eccezionali o quando ci scappa il morto. Per questo motivo nelle mie liste è presente Sara, una cittadina molto attiva, residente nel centro storico che da sempre si interfaccia con le istituzioni, per risolvere le numerose emergenze che vi sono tra i vicoli della città antica. Pensiamo alla bonifica e a trasformare Cosenza Vecchia in un luogo che possa essere visitato dai turisti, con delle botteghe, come nelle altre città”.
Fabio Gallo
“Siamo altamente specializzati nella programmazione dei fondi comunitari, – sottolinea il candidato sindaco Fabio Gallo – abbiamo un ufficio Europa all’interno del movimento civico Noi. Lavora sui problemi del centro storico di Cosenza abbandonato per 10 anni dall’amministrazione Occhiuto. Con il progetto Cosenza Cristiana abbiamo attivato il percorso che ha portato allo stanziamento dei famosi 90 milioni di euro da investire su Cosenza Vecchia. Crediamo che con i finanziamenti europei si possa creare davvero sviluppo e occupazione, ma la Regione Calabria è incapace di spenderli, se non per il 35%. Su circa un miliardo ad oggi sono stati rendicontati poco più di 300 milioni di euro. In ogni stringa del nostro programma c’è il relativo fondo comunitario al quale attingere. Per questo motivo nella nostra lista abbiamo persone competenti: dirigenti medici, ingegneri, architetti, urbanisti. Persone preparate che non parlano perché hanno studiato sui social network, ma in quanto hanno operato in quel determinato settore per anche 40 anni”.
Bianca Rende
“Ho già proposto di spostare gli uffici del sindaco e del Gabinetto nel centro storico. Sarebbe un segnale per la cittadinanza – afferma Bianca Rende – della volontà di rivitalizzare la città vecchia. Vivere il nucleo antico significa trasferire lì persone, idee, entusiasmo, riattivare gli esercizi commerciali. Bisogna strappare quei quartieri al degrado della mancata raccolta dei rifiuti, dell’invasione delle auto, delle case che crollano. Portando gli uffici di rappresentanza comunale si può iniziare a invertire la rotta. Il luogo ideale è la Casa delle Culture, antica sede del sindaco, attualmente inutilizzata, data in concessione gratuita al Consiglio dell’Ordine degli architetti. Sarebbe fonte di orgoglio ed emozione svolgere le Giunte comunali o ospitare le visite istituzionali guardando alla meraviglia del centro storico dove batte il nostro cuore, dove si conserva il genoma della cosentinità. È lì che deve lavorare il sindaco. Il simbolo di Cosenza non è Alarico, ma Cosenza stessa. Abbiamo la necessità di recuperare la storia della nostra città da donna Brettia a Telesio fino ad Alfonso Rendano. Non abbiamo bisogno di attingere a un re barbaro per dare un’identità a Cosenza. Scuola e cultura per noi hanno un ruolo rilevante. La prima accoglie e forma le nostre nuove generazioni, la seconda che ha conosciuto i fasti del passato sta subendo un declino progressivo testimoniato dalla chiusura della stagione lirica del teatro Rendano che fino a 10 anni fa portava a Cosenza Vecchia bus organizzati pieni di spettatori”.
Francesco Caruso
“In questi 10 anni – ricorda il vicesindaco di Cosenza Francesco Caruso – abbiamo fatto tanto per quanto riguarda il patrimonio pubblico presente nel centro storico. Siamo intervenuti su tutti gli immobili comunali, abbiamo completato il restauro del Castello Svevo, abbiamo provveduto al restyling dell’intero complesso di San Domenico, oggi adibito anche a museo dei BoCs Art, abbiamo bonificato la storica Villa vecchia, attivato lo spazzamento manuale e i bus navetta. E’ la base da cui partire oggi, non potevamo intervenire sui privati senza dei fondi a disposizione. La fase 2 riguarda oggi l’esproprio del patrimonio immobiliare (sul quale i proprietari non intervengono) per provvedere alla ristrutturazione, garantendo così decoro, messa in sicurezza, manutenzione a un contesto che dal punto di vista paesaggistico è unico per il nostro territorio. Al termine di queste operazioni le abitazioni saranno distribuite a un mix di fruitori (giovani coppie, studenti e anziani) con l’obiettivo di ripopolare Cosenza Vecchia. Potremmo farlo grazie a dei finanziamenti che sono già garantiti, per esempio per il quartiere Santa Lucia sono disponibili 7 milioni di euro: 4 milioni per il contratto di quartiere e 3 milioni di Agenda Urbana. A questi fondi si aggiungono quelli del Pnrr e della programmazione Europea 2021-2027, in più la Regione Calabria sicuramente ci darà supporto con le proprie risorse. Quando andiamo ad espropriare dobbiamo avere già pronta la disponibilità economica per ristrutturare e acquisire gli edifici al patrimonio del Comune. Stiamo procedendo su Santa Lucia, abbiamo già provveduto ad aggiornare i dati catastali delle proprietà, la maggior parte delle quali sono abbandonate, poi partiremo con i lavori che consentiranno di scongiurare ulteriori crolli e fronteggiare l’emergenza abitativa restituendo ai cittadini case decorose. Con i finanziamenti del CIS vorremmo riuscire a portare dei pezzi dell’Università della Calabria nel centro storico, soprattutto quei dipartimenti che si occupano di restauro e studio della tradizione di Cosenza. Sono previsti interventi per un complessivo ammontare di 20 milioni di euro che riguardano infrastrutture e servizi per farne un volano di sviluppo agendo su acqua potabile, fognature, illuminazione, videosorveglianza, parcheggi, scale mobili, rampe mobili, ascensori che possono servire per raggiungere le parti più inaccessibili, giardini diffusi. Contemporaneamente valorizzeremo la presenza del Centro studi telesiano, brunelliano e campanelliano con la digitalizzazione di tutto il patrimonio librario e la creazione di una biblioteca centrale. C’è un grosso lavoro che ci attende per il centro storico”.
Francesco Pichierri
“Sono nato e cresciuto a Cosenza Vecchia, a corso Telesio. Ho anche amministrato la circoscrizione di quartiere – ricorda Francesco Pichierri – quando ancora esistevano. Durante la mia passata attività amministrativa ho realizzato iniziative che hanno dato i loro frutti con la ristrutturazione dei magazzini per gli artigiani, delle abitazioni con tasso agevolato, del primo lotto del parco fluviale. Azioni che in quel periodo avevano rivitalizzato il centro storico. Dalle esperienze di città come Taranto o Matera abbiamo appreso che si salva la città antica solo se si fa una legge speciale. Serve un comitato permanente dei parlamentari cosentini, dei consiglieri regionali e comunali per realizzare una proposta da sottoporre al Parlamento per la ristrutturare e riqualificare. Lo sviluppo della città è avvenuto verso nord con il progressivo isolamento di Cosenza Vecchia, se non si dedicano attività serie è chiaro che si depauperà sempre più. Oggi duole vedere i vicoli sommersi dall’immondizia, con la chiusura della biblioteca civica, dell’accademia cosentina, della casa delle culture, il cinema Morelli, non c’è più la Cassa di Risparmio, è andata via anche l’Università Pegaso, è un luogo rimasto spoglio delle attività che un tempo lo popolavano. Se oggi non ci fossero il Museo Diocesano (dove è custodita la croce bizantina), le parrocchie, la Provincia e le iniziative dell’associazionismo oggi il centro storico non esisterebbe più, sarebbe solo un cumulo di macerie, pur essendo tra i più belli d’Italia”.
Francesco De Cicco
“Per riqualificare il centro storico – secondo l’assessore Francesco De Cicco – dovremo usare con diligenza i 90 milioni di euro di fondi fermi ad oggi per litigi politici. Sono soldi che l’amministrazione aveva deciso di spendere nei beni di cui il Comune è proprietario. Non sono d’accordo, io li userei per acquisire quei beni abbandonati che cadono a pezzi e metterli in sicurezza. Gli immobili pericolanti sono il principale problema di Cosenza Vecchia. Ho in mente di creare una squadra di cooperative dedicata esclusivamente alla manutenzione del centro storico che giornalmente opera sui piccoli lavori e che dovrà intervenire per riparare dal primo all’ultimo sanpietrino. Ovviamente è una zona che bisogna riprendere anche commercialmente. Creare lì l’Università della terza età con i centri anziani, che molti cittadini propongono, potrebbe essere uno strumento per rivitalizzare l’area. Capisco la difficoltà di intervenire sugli edifici privati, cosa che non succede su via Popilia o via degli Stadi dove la maggior parte sono palazzine popolari di edilizia pubblica, ma non è impossibile”. (mti)
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