“Ho spiegato al presidente che non potevo accettare per motivi personali e familiari”, afferma Eugenio Gaudio in un’intervista al Corriere della Sera, per spiegare il rifiuto dell’incarico di commissario della sanità in Calabria. “Sgombro subito il campo. Non ho detto di ‘no’ per via della questione di Catania (indagato per un concorso universitario) perché nel pomeriggio il mio avvocato mi ha comunicato che il procuratore ha depositato la richiesta di archiviazione nei miei confronti. Dai tabulati risultava del resto la mia estraneità alla vicenda. Ho spiegato al presidente che non potevo accettare per motivi personali e familiari. Non dico altro, non è colpa di nessuno. Sono questioni che riguardano l’intimità di una famiglia: io mi sarei trasferito a Catanzaro per lavorare 14 ore al giorno come sono abituato, avrei preso l’impegno sul serio. Mi sarei applicato in modo analitico, con me ci sarebbero stati dei consulenti”.
L’ex rettore della Sapienza di Roma continua: “Ho parlato lunedì mattina con il presidente Conte e il ministro Speranza. Mi hanno trasmesso la loro stima per come ho guidato la Sapienza, mi hanno detto che tra l’altro era importante il mio essere calabrese per un incarico come quello di commissario ad acta per la Sanità” ma poi “ho chiesto tempo per rifletterci. Sono stato tutta la giornata in ateneo e la sera quando sono tornato a casa ne abbiamo parlato. E abbiamo deciso di no”. Nel frattempo la nomina era già finita sui giornali: “Sono fughe di notizie”, conclude Gaudio.
L’ex rettore della Sapienza di Roma continua: “Ho parlato lunedì mattina con il presidente Conte e il ministro Speranza. Mi hanno trasmesso la loro stima per come ho guidato la Sapienza, mi hanno detto che tra l’altro era importante il mio essere calabrese per un incarico come quello di commissario ad acta per la Sanità” ma poi “ho chiesto tempo per rifletterci. Sono stato tutta la giornata in ateneo e la sera quando sono tornato a casa ne abbiamo parlato. E abbiamo deciso di no”. Nel frattempo la nomina era già finita sui giornali: “Sono fughe di notizie”, conclude Gaudio.