Caso Pittelli, già fissato ricorso Dda. Camere Penali di Catanzaro: “Corsia preferenziale per i pm”

La denuncia degli avvocati catanzaresi sulle presunte disparità di trattamento tra accusa e difesa registrate nella fissazione degli appelli cautelari
rinascita scott pittelli

Presunte disparità di trattamento tra accusa e difesa registrate nella fissazione degli appelli cautelari al Tribunale di Catanzaro ‘scoperte’ nella vicenda che ha portato alla scarcerazione di Giancarlo Pittelli e all’ennesimo ricorso al Riesame. E’ quanto denuncia la Camera Penale “Alfredo Cantafora” di Catanzaro in una nota trasmessa al presidente del Tribunale della Libertà Filippo Aragona e, per conoscenza, anche al quello del Tribunale ordinario Rodolfo Palermo. “Apprendiamo dagli organi di informazione, con stupore e sconcerto, che è stata già fissata, nel prossimo mese di marzo, l’udienza davanti al Tribunale di Catanzaro – scrivono gli avvocati del direttivo della Camera Penale catanzarese – per l’esame dell’appello presentato dall’Ufficio di Procura avverso l’ordinanza che ha allentato i vincoli cautelari all’avvocato Giancarlo Pittelli. Non entriamo, chiaramente, nella scelta del requirente di opporsi alla decisione del Tribunale di Vibo, avente ad oggetto la sostituzione della custodia cautelare in carcere (già lungamente patita, a più riprese, dall’avvocato, incensurato, settantenne e ammalato) con la misura degli arresti domiciliari, sebbene l’ennesima determinazione di impugnare l’ordinanza del Collegio vibonese, ad opera dell’organo d’accusa, si ponga nel solco di una ipertrofia cautelare che caratterizza il nostro Distretto, difficilmente contestabile. Ciò che ci sorprende e ci allarma, invece, è la tempistica inusuale adottata dal Tribunale nella gestione della relativa vicenda incidentale”.

“Tempistica totalmente disallineata”

“Tempistica totalmente disallineata”

Valerio Murgano

Entrando nel cuore della vicenda, la Camera Penale esamina i fatti e sottolinea che “Giancarlo Pittelli è stato ‘scarcerato’ a metà febbraio. Dunque, anche a voler ritenere ‘immediata’ la presentazione del gravame da parte del pm, il decreto di fissazione dell’udienza risulta emesso -eccezionalmente- nei 10 giorni dal deposito dell’appello e la relativa trattazione fissata insolitamente nei 20 giorni successivi. Si tratta di una tempistica totalmente disallineata rispetto ai ritmi di lavoro ai quali il Tribunale ci ha abituati. È noto, infatti, agli addetti ai lavori e alle persone in vinculis in attesa di giudizio, che gli appelli cautelari presentati dai difensori sono soggetti a intervalli temporali – quanto alla fissazione delle Udienze per la trattazione dei relativi ricorsi (senza considerare, poi, le ulteriori tempistiche per la decisione, a volte superiore ai due mesi) – di molto più dilatati. Ad oggi, risultano in attesa di fissazione appelli delle difese – si badi, in favore di soggetti sottoposti alla misura di massimo rigore – presentati a settembre 2021 e, dunque, pendenti da oltre sei mesi. Detta corsia preferenziale per gli appelli del requirente, allora, che la vicenda Pittelli ha portato in emersione, provoca disorientamento e stupore”.

La “corsia preferenziale” per il pubblico ministero

Francesco Iacopino
Francesco Iacopino

Gli avvocati Murgano e Iacopino in rappresentanza della Camera Penale parlano di “corsia preferenziale” del pubblico ministero rispetto alle difese e sostengono: “Se in materia di libertà il ritardo nelle risposte alle molte domande di giustizia è ‘giustificato’ dalle carenze di organico più volte denunciate – o, com’è più corretto rilevare, dagli squilibri esistenti tra l’organico d’accusa, quasi al completo, e quello dell’Ufficio gip e del riesame, quasi al collasso, con tutti gli inevitabili riflessi sulla qualità del prodotto finale – non è dato comprendere, allora, come sia possibile – in un settore nel quale l’esigenza primaria è quella di adeguare lo status libertatis agli sviluppi del procedimento, nel rispetto del principio del minor sacrificio possibile – registrare una corsia preferenziale per le impugnazioni del pubblico ministero, rispetto a quelle delle difese”.
Una “distorsione” che – a giudizio degli avvocati – dimostrerebbe, ancora una volta, che la regola della “parità delle parti è compromessa” e che anche “il sistema organizzativo è gravemente sbilanciato” sulle esigenze di difesa sociale, con speculare subvalenza dei diritti di libertà individuale. “Un sistema – aggiungono – che contrasta con la cornice di garanzie disegnata dalla Costituzione, nella quale l’incolpato è assistito dalla presunzione d’innocenza e il diritto penale è concepito come limite al potere coercitivo dello Stato. Oggi, al contrario, siamo sempre più costretti a registrare un cambio di passo culturale, anche interno alla giurisdizione, nel quale la leva del penale è utilizzata quale meccanismo regolatore dei fenomeni sociali, col corollario che spesso, troppo spesso, gli imputati – specie quelli che finiscono nella ‘rete’ di processi alimentati dall’amplificazione mediatica – rischiano di diventare, loro malgrado, obiettivi di un diritto penale di lotta che trascende le finalità del processo. È l’antitesi della concezione liberale del diritto penale, sulla quale sono stati edificati i principi della nostra civiltà giuridica, in difesa dei quali si impone, oggi, una
moderna lotta per il diritto”.

L’appello della Camera Penale: “Stop alle disparità di trattamento”

La Camera Penale di Catanzaro rivendica quindi “l’irrinunciabilità dello statuto di garanzie che regola la materia penale” e intende sottoporre all’attenzione del presidente del Tribunale del Riesame, di quello ordinario e di tutti gli attori della giurisdizione “la singolarità della vicenda segnalata, con l’auspicio che, da un lato, sia offerta pubblicamente risposta all’evidente disparità di trattamento esistente tra le sorti delle impugnazioni cautelari difensive e quelle dell’accusa e, dall’altro, si colga l’occasione per stabilire regole certe sulla tempistica delle impugnazioni cautelari, nel rispetto della parità delle parti. “Oggi – conclude la lettera – più che mai appare necessario capire le ragioni per le quali accusa e difesa usufruiscono di regimi differenziati, in perfetta antitesi con i principi regolatori del diritto penale liberale e del giusto processo”.

© Riproduzione riservata

TI POTREBBE INTERESSARE
Messa in sicurezza l’area, è stato chiuso al traffico il tratto interessato dal rogo per il tempo necessario alle operazioni di spegnimento
Il governatore: "La nostra terra ha vitigni eccellenti e tante piccole cantine"
Ordinato sacerdote nel 1936 fu membro per sedici anni della Compagnia di Gesù, insegnando filosofia e teologia
Sul posto il personale medico del 118 ed i carabinieri per i rilievi del caso, assieme a squadre dell'Anas
Le osservazioni in vista della conferenza di impatto ambientale
L'aspirante primo cittadino parla anche delle "condizioni disagevoli per l’erogazione delle prestazioni" e del "sovraccarico di lavoro"
Il più grande festival della regione, dall’anima itinerante e dal respiro internazionale, sarà inaugurato lunedì 15 aprile
Intanto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, è in contatto con i prefetti delle città italiane
L'uomo non ha saputo specificare la provenienza del denaro che per gli investigatori sarebbe frutto di illeciti
Un evento che ha riunito i congregari presenti, finalizzato all’approvazione dei documenti contabili dell'associazione
RUBRICHE

Testata giornalistica registrata al Tribunale di Catanzaro n.1 del Registro Stampa del 7/02/2019.

Direttore Responsabile Mimmo Famularo
Caporedattore Gabriella Passariello

Calabria7 S.r.l. | P.Iva 03674010792

2024 © All rights reserved