Giancarlo Pittelli è tornato nella sua casa di Catanzaro. Nella giornata di ieri ha infatti lasciato il carcere di Melfi dove era detenuto per rientrare in Calabria dopo la decisione del Tribunale collegiale di Vibo Valentia che ha alleggerito la misura cautelare nei confronti dell’ex parlamentare di Forza Italia concedendo gli arresti domiciliari. E proprio nelle scorse ore un nuovo appello per liberare il noto penalista catanzarese, imputato nel maxiprocesso “Rinascita Scott” e indagato nell’inchiesta “MalaPigna”, è arrivato dal Comitato promotore presieduto da Enrico Seta affinché Pittelli possa difendersi da tutte le accuse “a piede libero”.
“Stop alla carcerazione preventiva”
“Stop alla carcerazione preventiva”
“Pittelli – aggiunge il Comitato – ha già patito 26 mesi mesi di carcerazione preventiva in attesa di un processo che arriverà a sentenza chissà quando. Un’immagine infangata per due anni da alcuni media che, troppo spesso, non informano ma alimentano presunti scandali e gogne mediatiche. La demolizione di un uomo è un obiettivo di giustizia o è l’opposto della giustizia? La società civile sta dimostrando, con il nostro movimento spontaneo, di reagire a una ferita che è stata recata non solo a Giancarlo Pittelli, ma all’intero tessuto sociale che vive di relazioni pacifiche e non traumatiche, costruite nel tempo e basate sulla fiducia e la stima”.
L’appello del comitato
Per il comitato la revoca da parte del Tribunale di Vibo Valentia della precedente ordinanza di arresto e il rientro ai domiciliari rappresentano un risultato importante per Giancarlo Pittelli, per i suoi avvocati e per i tanti cittadini che vogliono ‘poter nutrire fiducia’ nella giustizia. “Ma dopo 26 mesi Pittelli – conclude la nota – ha il pieno diritto di affrontare il processo da uomo libero e non ristretto. Non esiste alcun motivo ragionevole perché questo non avvenga”.