Nessuna archiviazione delle indagini sulla drammatica vicenda di Sissy Trovato Mazza, l’agente di polizia penitenziaria morta il 12 gennaio 2019, dopo un’agonia di due anni, per un colpo di pistola alla testa esploso misteriosamente il 1 novembre 2016, in un ascensore dell’ospedale di Venezia mentre stava lavorando. Lo ha deciso il gip Barbara Lancieri, che ha chiesto degli approfondimenti, dopo che per la seconda volta nel luglio scorso i genitori di Sissy, Salvatore e Caterina si erano opposti all’archiviazione per suicidio.
Troppi punti oscuri
Troppi punti oscuri
Sono molte le zone d’ombra e i punti oscuri di questa vicenda che lasciano pensare a un delitto, che potrebbe nascere dalle denunce di Sissy sull’ingresso di droga nel carcere della Giudecca e su rapporti ambigui tra agenti e detenute.
Il gip, in accoglimento parziale delle richieste di approfondimento dell’avvocato della famiglia Trovato Mazza, Girolamo Albanese, ha chiesto l’audizione di una collega con cui Sissy aveva avuto un pesante litigio e l’approfondimento delle ipotesi avanzate nelle perizie dei consulenti Anna Barbaro, Angelo La Marca e dell’ex comandante dei Ris, il generale Luciano Garofano, secondo il quale non è possibile che Sissy si sia sparata da sola perché mancano le tracce di sangue “da retroproiezione” sulla divisa, sulle maniche, sul braccio e sulla pistola dell’agente Trovato Mazza.