È stato annullato il sequestro dei beni per un valore di 5 milioni di euro emesso all’avvocato Mellea.
Lo ha stabilito la Suprema Corte di Cassazione con provvedimento del 24 ottobre scorso, con il quale ha annullato il decreto di confisca emesso per un valore di 5 milioni di euro dalla Corte di Appello di Catanzaro a carico dell’avvocato Gennaro Pierino Mellea, scaturito dall’inchiesta della Procura di Catanzaro denominata “violentemente assistito” .
Lo ha stabilito la Suprema Corte di Cassazione con provvedimento del 24 ottobre scorso, con il quale ha annullato il decreto di confisca emesso per un valore di 5 milioni di euro dalla Corte di Appello di Catanzaro a carico dell’avvocato Gennaro Pierino Mellea, scaturito dall’inchiesta della Procura di Catanzaro denominata “violentemente assistito” .
La sentenza arriva in accoglimento dei motivi di ricorso proposti dal collegio difensivo costituito dagli avvocati Gregorio Viscomi, Fabrizio Costarella, Nicola Tavano, Giovanni Merante, Enzo De Caro, Armodio Migali e Vitaliano Leone, che avevano contestato la legittimità della confisca ravvisando la totale assenza di tutti i presupposti di legge per adottare la misura patrimoniale.
In particolare i difensori avevano evidenziato l’impossibilità di applicare la confisca alla luce dell’intervenuta sentenza di assoluzione emessa dal Tribunale di Catanzaro per il reato di evasione fiscale cui era già seguito un dissequestro di oltre € 600 mila.
Dirimenti sono state le dichiarazioni dei redditi degli anni in contestazione che hanno consentito all’avvocato Mellea di dimostrare la perfetta liceità di tutti i suoi proventi lavorativi.
Redazione Calabria 7