Cassazione, annullati i capi di imputazione a Nicola Bonavota

Il Tribunale del riesame di Catanzaro, giudicando in sede di rinvio dalla Corte di Cassazione, ha annullato tutti i capi d’imputazione relativi ai reati fine contestati a  Nicola Bonavota.

Si tratta di 11 ipotesi di intestazione fittizia, in concorso con altre persone, aventi ad oggetto diverse attività commerciali indicate come riconducibili all’imputato.
Si tratta di 11 ipotesi di intestazione fittizia, in concorso con altre persone, aventi ad oggetto diverse attività commerciali indicate come riconducibili all’imputato.
La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso difensivo a firma degli avvocati Tiziana Barillaro e Nicola Cantafora, aveva sottolineato come la motivazione del tribunale territoriale fosse lacunosa, incongrua e superficiale proprio in relazione all’inquadramento della fattispecie di reato, attaccando quindi il cuore dell’accusa. Non solo, il Supremo Consesso non mancava di rimarcare come gli atti descrivessero in realtà solo un interessamento personale del Bonavota nella gestione delle attività, escludendo la presenza di elementi che le riconducessero al sodalizio di ndrangheta oggetto di contestazione.
Il ricorso difensivo aveva, quindi, ricevuto già in sede di legittimità pieno accoglimento su ogni punto riguardante i reati fine, e il tribunale, recependo i principi ferrei dettati dalla Suprema Corte e ricavati dai motivi di ricorso, ha ratificato quella decisione confermando la tesi difensiva.

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