Catanzaro “arancione” non si arrende: “La dignità ci impedisce di chiudere” (VIDEO)

Mentre bar e ristoranti si trovano ad affrontare nuovamente le restrizioni della zona arancione, c'è chi ci prova aprendo una nuova attività

di Damiana Riverso – Catanzaro è in zona arancione da una settimana. Dopo un periodo di relativa calma in zona gialla il mondo del lavoro subisce un nuovo arresto, nuove restrizioni in vista delle vacanze di Pasqua dove tutta Italia sarà zona rossa con chiusure totali. Commercianti e ristoratori catanzaresi sono allo stremo. La gente esce poco e se esce comunque non spende più come prima. Bar e ristoranti sono costretti a lavorare solo con asporto e consegne a domicilio ma per molti questo “non è lavoro”. “Ci sono state perdite enormi – ci dicono – anche del 90% ma le spese continuano a scorrere e gli aiuti sono stati pochi e insufficienti. Ci siamo reinventati con l’asporto ma non è la stessa cosa. Anche per l’orario di chiusura. Per noi abbassare la serranda alle 18 è deleterio, perché è a quell’ora che si comincia a lavorare. Non vogliamo chiudere la dignità ce lo impedisce”. Anche il settore che ruota intorno alle cerimonie, agli eventi e quindi ai ricordi ha subito perdite devastanti: “Tutti i matrimoni – ci racconta un fotografo – sono stati rimandati e non sappiamo se nella stagione estiva ci sarà una vera ripresa. Non riusciamo a coprire le spese, con i mille euro di aiuti riusciamo a pagare a malapena il fitto e poi tutte le utenze e le altre spese restano a nostro carico”.

Ma una piccola speranza la regala chi non ha smesso di crederci, chi non si è arreso dopo aver perso il lavoro durante il primo lockdown e ha deciso di mettersi in proprio. “L’apertura del mio negozio – ha detto – vuole essere per me e altri un segnale di rinascita. Non mi sono arresa e ho deciso di provarci. La gente è attratta dalle nuove aperture anche se poi non trovo il riscontro economico, ma voglio crederci”.

Ma una piccola speranza la regala chi non ha smesso di crederci, chi non si è arreso dopo aver perso il lavoro durante il primo lockdown e ha deciso di mettersi in proprio. “L’apertura del mio negozio – ha detto – vuole essere per me e altri un segnale di rinascita. Non mi sono arresa e ho deciso di provarci. La gente è attratta dalle nuove aperture anche se poi non trovo il riscontro economico, ma voglio crederci”.

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