di Danilo Colacino – L’esonero di mister Gaetano Auteri, lo si dica con franchezza, ha colto un po’ tutti di sorpresa nell’ambiente giallorosso. E non già per i deludenti (eufemismo!) risultati fin qui ottenuti dallo stesso tecnico siciliano bensì per la tempistica del siluramento deciso dal vertice dell’Uesse 1929.
Cacciare il tecnico alla vigilia di una trasferta delicata e importante come quella di Bari significa infatti non dare il tempo materiale ad alcun sostituto di lavorare, neppure sul morale della truppa, in vista della delicata sfida in terra pugliese. E questo è assai rischioso non fosse altro perché un’ulteriore sconfitta contro una diretta concorrente per la promozione farebbe scivolare il Catanzaro a distanza siderale o quasi dalle battistrada. Nella fattispecie compagini del calibro di Potenza, Reggina, Ternana e Bari stesso, ‘mica pizza e fichi!’.
Cacciare il tecnico alla vigilia di una trasferta delicata e importante come quella di Bari significa infatti non dare il tempo materiale ad alcun sostituto di lavorare, neppure sul morale della truppa, in vista della delicata sfida in terra pugliese. E questo è assai rischioso non fosse altro perché un’ulteriore sconfitta contro una diretta concorrente per la promozione farebbe scivolare il Catanzaro a distanza siderale o quasi dalle battistrada. Nella fattispecie compagini del calibro di Potenza, Reggina, Ternana e Bari stesso, ‘mica pizza e fichi!’.
Nulla ancora di irrecuperabile, comunque, essendo appena alla 12. giornata di campionato, ma una montagna da scalare sì. Chissà, però… ci saranno di sicuro delle ragioni che noi non conosciamo per operare una scelta tanto rischiosa o magari si è optato per la solita vecchia scossa a uno spogliatoio in subbuglio e – qualcuno dice – addirittura senza più feeling con Auteri. Fatto sta, però, che adesso gli alibi sono finiti. E per tutti. Il successore dell’ormai ex santone, di nome Gaetano, non potrà quindi accampare scusanti del tipo: “Non ho costruito io la squadra” o roba del genere.
Le chiacchiere stanno a zero, insomma, perché l’obiettivo stagionale era, ed è, migliorare il piazzamento della scorsa stagione sportiva. Scopo che si traduce semplicemente in: bisogna arrivare almeno secondi.
Ma neppure questo importa in realtà, dal momento che gli impagabili tifosi delle Aquile da qualunque piazzamento della griglia playoff sognano soltanto l’agognato approdo in B. Un salto in Cadetteria che significherebbe per loro salutare la maledetta e sempre più odiata Serie C.