Catanzaro, Celia: “Su questione piscina Pontepiccolo non arretrerò di un millimetro”

brescia bimbo annegato

“Riguardo alla travagliata storia dell’affidamento della piscina Vinicio Caliò del quartiere Pontepiccolo, va preliminarmente detto che il mio ultimo accesso agli atti risale allo scorso 20 febbraio. Il ruolo di pubblico amministratore mi obbliga infatti al controllo del rispetto di leggi e regole, non per favorire qualcuno in particolare bensì l’interesse generale trattandosi di un impianto il cui canone andrebbe a rimpinguare le casse municipali. Ecco perché mi adopererò, affinché affiorino responsabilità e reati laddove ve ne fossero, non recedendo di un millimetro fino a quando non sarà osservato il capitolato del bando”.

A parlare così, attraverso un comunicato stampa, è il componente del civico consesso Fabio Celia che aggiunge: “La proroga di nove mesi concessa all’aggiudicatario è una palese forzatura perché tutti i lavori, compresi quelli progettuali, avrebbero dovuto essere completati in 180 giorni dall’aggiudicazione. Una tempistica che assegnava 5 punti nella manifestazione d’interesse ad hoc. Un parametro decisivo a vantaggio dell’Asd Calabria Swim Race per raggiungere e superare, di uno, la fatidica quota di 40 punti, arrivando alla fase finale poi vinta per aver avanzato l’offerta economica più vantaggiosa. Ma al di là di ciò, è grottesco il fatto che il Comune mi abbia risposto con mesi di ritardo salvo poi fornire documenti comprovanti il maldestro tentativo di coprire una totale assenza di trasparenza”.

A parlare così, attraverso un comunicato stampa, è il componente del civico consesso Fabio Celia che aggiunge: “La proroga di nove mesi concessa all’aggiudicatario è una palese forzatura perché tutti i lavori, compresi quelli progettuali, avrebbero dovuto essere completati in 180 giorni dall’aggiudicazione. Una tempistica che assegnava 5 punti nella manifestazione d’interesse ad hoc. Un parametro decisivo a vantaggio dell’Asd Calabria Swim Race per raggiungere e superare, di uno, la fatidica quota di 40 punti, arrivando alla fase finale poi vinta per aver avanzato l’offerta economica più vantaggiosa. Ma al di là di ciò, è grottesco il fatto che il Comune mi abbia risposto con mesi di ritardo salvo poi fornire documenti comprovanti il maldestro tentativo di coprire una totale assenza di trasparenza”.

Celia è un fiume in piena: “Mi scrive il dirigente preposto che l’ente avrebbe dovuto far adempimenti propedeutici e indifferibili, senza cui non poteva essere avviato alcun esercizio dell’attività sportiva dall’aggiudicatario. E a ciò costituivano elementi essenziali: Cpi; agibilità e nulla osta ‘pubblico spettacolo’. Incombenze che, al pari dell’intera procedura tecnico-amministrativa, necessitavano per il rilascio delle citate certificazioni e venivano invece svolte dalla Swim Race con anticipazioni di spese altrimenti a carico della Stazione appaltante. Mi chiedo però se sia possibile – ha aggiunto – che lo stesso dirigente abbia stravolto in modo arbitrario un bando dopo l’aggiudicazione, disattendendo l’art. 5 sugli obblighi del concessionario di effettuare le attività per mantenere l’impianto in esercizio e in stato di efficienza nonché le operazioni richieste dai competenti organi di vigilanza della piscina stessa, ma pure l’art. 11 sulle modalità di esecuzione per l’uso della struttura subordinata alla preventiva acquisizione delle certificazioni di agibilità e sicurezza”. L’esponente di Fare per Catanzaro ha da proporre varie altre importanti considerazioni: “L’iter completo tecnico-amministrativo indispensabile per conseguire i certificati doveva essere espletato dal concessionario prima dell’apertura, sostenendo i costi da scorporare poi mediante il canone.

Ma è singolare come neppure dopo le notizie delle ultime ore, secondo cui la Procura a seguito di un paio d’anni d’indagine abbia chiesto di mandare a giudizio il presidente del sodalizio aggiudicatario Domenico Gallo con guarda caso l’accusa di violazione del Dpr 139/2006: mancata presentazione della Scia ai vigili del fuoco, Palazzo De Nobili abbia cambiato rotta. Anzi, lascia semmai sconcertati la posizione contraria persino all’operato della Procura a cui in un certo senso il medesimo ente si è contrapposto con determine di proroga a oltranza, di cui non hanno viceversa potuto beneficiare gli altri operatori privi dell’appoggio dato all’attuale gestore”. Non si ferma Celia: “Chissà quale sia il motivo, oscuro, di tanta benevolenza fino al punto di privare i cittadini del sacrosanto diritto di fruire di una piscina degna del capoluogo e non fredda e disadorna. Mi chiedo inoltre in cosa sarebbero stati spesi i soldi per cui sono già state presentate fatture che saranno defalcate dal canone? Ma mi domando pure da cosa sarebbe motivata l’ulteriore proroga di tre anni, peraltro da sommarsi ai nove mesi già concessi e al ritardo accumulato, tale da elaborare una sorta di decreto ‘salvatutti’ dal momento che l’efficacia dell’aggiudicazione partì il 17 ottobre 2017 e la data presunta per completare il progetto slitterebbe quindi adesso al 14 aprile 2022? Cinque anni insomma concessi a chi avrebbe dovuto sbrigare tutto in soli sei mesi.

Un furbo escamotage, ma assolutamente illecito – ha spiegato ancora il consigliere – su cui mi auguro che l’autorità giudiziaria intervenga al più presto per verificare peraltro le fatture attestanti gli interventi eseguiti a regola d’arte. Atti che mi risultano essere fermi al 2018”. La chiosa di Celia: “Devo purtroppo soffermarmi ancora sulla faccenda delle ricevute, che definirei discutibile e ambigua. Basti pensare a quella emessa dalla Sim Ingegneria, la n. 6.344, con voce ‘impianto elettrico campi da tennis’ relativa al contratto 1029 di 600 euro. Ma cosa c’entra con la piscina? E che dire dell’accordo stretto con l’azienda Neos, in cui non sono elencate le opere in programma sì da consentire la verifica agli organi preposti. Senza contare la rateizzazione prevista, in cui risultano per giunta pagate solo 12 rate a fronte delle 45 stabilite, onorata fin qui parzialmente con modalità a cadenza settimanale e in contanti. Novecento euro di esborso, classificabile alla stregua di una emissione di denaro pubblico, poiché da detrarre dal canone previsto. Un modus operandi che, ribadisco, pare proprio illegale”.

Redazione Calabria 7

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