La Corte d’appello di Catanzaro presieduta dal giudice Giulio De Gregorio (a latere Giovanna Mastroianni e Ippolita Luzzo) in riforma della sentenza di primo grado ha assolto Giuseppe Carmelo Pellicano, 32 anni di Reggio Calabria ma domiciliato da Montepaone (difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Vincenzo Cicino), dall’accusa di detenzione e traffico di sostanze stupefacenti. Completamente ribaltato il verdetto emesso lo scorso mese di febbraio dal Tribunale monocratico di Lamezia Terme che aveva condannato il giovane di origini reggine a due anni e otto mesi di reclusione oltre a 13mila e 300 euro di multa.
Presunto “corriere della droga”
Presunto “corriere della droga”
Giuseppe Carmelo Pellicano era finito nei guai il 28 novembre del 2020 quando, insieme al fratello Paolo, venne fermato dai militari della Guardia di finanza di Lamezia Terme in autostrada. Nel corso delle perquisizione all’interno della Mercedes condotta dal fratello i finanzieri trovarono all’interno di una intercapedine posta dietro il portaoggetti del lato passeggero, accessibile esclusivamente previo montaggio della moquette e di un pannello fissato con viti, 193 grammi di cocaina avvolta in un cellophane e quasi 28mila euro in contanti. Arrestati in flagranza di reato per detenzione e traffico di sostanze stupefacenti i due Pellicano (figli di Giovanni, ritenuto affiliato alla cosca De Stefano-Tegano di Reggio Calabria) finirono in carcere.
Il processo di primo grado
Dinnanzi al Tribunale di Lamezia Terme, Paolo Pellicano si assumeva la responsabilità esclusiva di quanto avvenuto cercando di scagionare il fratello che all’epoca dei fatti si trovava in Calabria per un infortunio sul lavoro causato dalla frattura di un braccio. Nonostante ciò Giuseppe Carmelo Pellicano era stato condannato a due anni e otto mesi di reclusione. Stessa pena per il fratello.
L’assoluzione in appello
Fondamentale per scagionarlo da tutte le accuse si è rivelata la difesa degli avvocati Salvatore Staiano e Vincenzo Cicino che nel processo tenutosi dinnanzi alla Corte d’appello di Catanzaro hanno dimostrato l’assoluta estraneità ai fatti contestati del loro assistito. Giuseppe Carmelo Pellicano non è un “corriere delle droga” e la cocaina trovata all’interno della Mercedes quel 28 novembre del 2020 non era sua. Assolto perché il “fatto non sussiste”.