Catanzaro, Costanzo: “Ai dipendenti Sieco consegnate mascherine non a norma per il loro lavoro”

“Ci risulta che alla società Sieco regna la più totale confusione in particolare nell’ottemperanza del versamento dei contributi previdenziali e pensionistici oltre che nell’organizzazione del lavoro”. Inizia così la nota stampa di Sergio Costanzo, capogruppo di “FareperaCatanzaro”.

“Sarebbe compito dell’amministrazione comunale e nello specifico dell’assessore all’ambiente, capire come stanno realmente i fatti che denunciano alcuni lavoratori e eventualmente ristabilire un clima di legalità, serenità e trasparenza. Ci risulta, infatti, che dalla fine del 2016 a oggi, la Società SIECO non starebbe versando le somme per la previdenza, per cui un dipendente che va in pensione si trova periodi lavorativi scoperti. Inoltre, mensilmente ai dipendenti starebbero trattenendo in busta paga le somme per prestiti con finanziarie dallo stesso sottoscritti. Ma le somme trattenute non verrebbero girate agli istituti di credito che dal canto loro reclamano la regolarizzazione con i sottoscrittori del prestito. Se ciò corrisponde a vero è certamente un fatto grave sul quale il comune, nelle vesti di soggetto appaltante, dovrebbe intervenire con determinazione azionando le leve del contratto d’appalto. In tutto questo la Sieco prova a “accattivarsi” credito da parte dei dipendenti spedendo, nei primi giorni dello scorso mese di marzo, una lettera di ringraziamento, firmata dal legale rappresentante, con la quale li encomiava per l’abnegazione con la quale svolgono i propri compiti di lavoro anche in questo momento così difficile. Comportamento che sarebbe stato preso in considerazione dalla Società. Una mossa di facciata mirata al cuore di ognuno perché in pratica a Pasqua i dipendenti sono rimasti senza stipendio pur avendo avuto assicurazioni che i mandati erano stati inviati in banca lo scorso 9 aprile. Ancora più grave sarebbe l’organizzazione del servizio in questo particolare momento di pandemia da coronavirus, in quanto mancherebbero tutti requisiti di sicurezza. Sarebbero state consegnate delle mascherine antipolvere ma non risponderebbero a norma per il lavoro che svolge chi le indossa. Sui mezzi piccoli, i così detti porterini, viaggiano in due e certamente non viene rispettata la distanza di sicurezza di un metro. I lavoratori lamentano anche l’articolazione delle turnazioni che non hanno una cadenza settimanale ma i dipendenti vengono avvisati ad horas o nei migliori dei casi, il giorno prima. E’ comprensibile il disagio per il lavoratore che non può gestirsi gli impegni familiari e spesso è costretto a chiede un giorno di ferie, con il consequenziale sovraccarico di lavoro per i colleghi. Riteniamo, quindi, che sia necessario che il comune avvii una indagine per accertare eventuali negligenze da parte della Società che non può mantenere, se ciò dovesse corrispondere a vero, una condotta opprimente nei confronti dei propri lavoratorii”.

“Sarebbe compito dell’amministrazione comunale e nello specifico dell’assessore all’ambiente, capire come stanno realmente i fatti che denunciano alcuni lavoratori e eventualmente ristabilire un clima di legalità, serenità e trasparenza. Ci risulta, infatti, che dalla fine del 2016 a oggi, la Società SIECO non starebbe versando le somme per la previdenza, per cui un dipendente che va in pensione si trova periodi lavorativi scoperti. Inoltre, mensilmente ai dipendenti starebbero trattenendo in busta paga le somme per prestiti con finanziarie dallo stesso sottoscritti. Ma le somme trattenute non verrebbero girate agli istituti di credito che dal canto loro reclamano la regolarizzazione con i sottoscrittori del prestito. Se ciò corrisponde a vero è certamente un fatto grave sul quale il comune, nelle vesti di soggetto appaltante, dovrebbe intervenire con determinazione azionando le leve del contratto d’appalto. In tutto questo la Sieco prova a “accattivarsi” credito da parte dei dipendenti spedendo, nei primi giorni dello scorso mese di marzo, una lettera di ringraziamento, firmata dal legale rappresentante, con la quale li encomiava per l’abnegazione con la quale svolgono i propri compiti di lavoro anche in questo momento così difficile. Comportamento che sarebbe stato preso in considerazione dalla Società. Una mossa di facciata mirata al cuore di ognuno perché in pratica a Pasqua i dipendenti sono rimasti senza stipendio pur avendo avuto assicurazioni che i mandati erano stati inviati in banca lo scorso 9 aprile. Ancora più grave sarebbe l’organizzazione del servizio in questo particolare momento di pandemia da coronavirus, in quanto mancherebbero tutti requisiti di sicurezza. Sarebbero state consegnate delle mascherine antipolvere ma non risponderebbero a norma per il lavoro che svolge chi le indossa. Sui mezzi piccoli, i così detti porterini, viaggiano in due e certamente non viene rispettata la distanza di sicurezza di un metro. I lavoratori lamentano anche l’articolazione delle turnazioni che non hanno una cadenza settimanale ma i dipendenti vengono avvisati ad horas o nei migliori dei casi, il giorno prima. E’ comprensibile il disagio per il lavoratore che non può gestirsi gli impegni familiari e spesso è costretto a chiede un giorno di ferie, con il consequenziale sovraccarico di lavoro per i colleghi. Riteniamo, quindi, che sia necessario che il comune avvii una indagine per accertare eventuali negligenze da parte della Società che non può mantenere, se ciò dovesse corrispondere a vero, una condotta opprimente nei confronti dei propri lavoratorii”.

Redazione Calabria 7

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