Catanzaro, Costanzo: “Cavallaro dica la verità perchè rischia la ghigliottina”

“Non saranno certamente i ragionamenti da basso Impero e le presunte insegne di Casa Savoia ad impedirci di rispondere all’assessore Cavallaro, questa volta mettendoci noi – precipitando – al suo livello, visto che per noi non esiste un problema di ceto sociale o di casta presunta, noi restiamo democratici e replichiamo con grande semplicità al nulla di Cavallaro & Friends. Non serve a noi pubblicare un curriculum, il nostro è conosciuto dalla popolazione, dai cittadini che percepiscono la differenza fra chi ama questa terra e chi la sfrutta. Chi ne sfrutta le potenzialità, le risorse, i tanti giovani che oggi emigrano, di chi la sfrutta a fa finta di creare lavoro solo per riempirsi le tasche a Catanzaro come altrove in Calabria.”

Lo afferma in una nota Sergio Costanzo, capogruppo di #fareperCatanzaro.

Lo afferma in una nota Sergio Costanzo, capogruppo di #fareperCatanzaro.

“Con questo che non fa parte dei nostri riferimento curriculari, possiamo con grande semplicità affermare, che finché ci saranno soggetti politici come Cavallaro & Friends, i nostri consensi sono destinati, purtroppo per loro, ad aumentare. Diverso è il curriculum che offriamo a Cavallaro, come la classica lista della lavandaia, che potrà usare come promemoria, qualora verrà convocato in Procura della Repubblica, dove indipendentemente delle sue medaglie, del suo status, della sua sventolata noblesse oblige, dovrà rispondere ad una serie di domande, che per sua semplicità noi continuiamo a fare. In quella sede a poco serve la puzza sotto il naso, lì nonostante il corredo di fazzoletti in seta, l’imprinting british, bisogna rispondere!

Allora cominci a rispondere pubblicamente l’assessore Cavallaro, sarà certamente a buon punto prima di salire le scale della Procura di Catanzaro, quindi cominciamo: Se la gestione della raccolta differenziata a Catanzaro avviene in modo disarticolato, con ritiri che spesso sono spostati nei giorni, la Sieco risponde in pieno al contratto di servizio? Se la Sieco non risponde ai presupposti del contratto di servizio, perché l’assessorato all’igiene non applica le penali previste? Perché l’assessore al ramo, Cavallaro, non sollecita il dirigente a sanzionare l’impresa che opera sul territorio cittadino, ha mai prodotto l’assessore una nota di adozione provvedimenti ai dirigenti comunali? Perché sul verde pubblico è stato revocata la convenzione con la precedente Ati Verde ed è stato stipulata la nuova convenzione con VerdeIdea, quali sono contrattualmente i presupposti migliorativi rispetto alla precedente? Quali sono gli standard di risorse umane previste nel nuovo contratto con VerdeIdea, tale da ottemperare ai presupposti contrattuali, in termini di servizio e di ordinarietà degli interventi?

Perché se il nuovo contratto con VerdeIdea nasceva dallo studio a base dell’esternalizzazione del servizio per il verde pubblico a società esterna all’amministrazione comunale. Oggi vengono riconosciute alla stessa fondi extra, circa 100mila euro, non previsti nel contratto e riconosciuti per le annualità successive con una maggiorazione della dotazione finanziaria del capitolo di bilancio? In questo contesto qual è stata l’azione di controllo e verifica anche politica dell’assessore Cavallaro? Perché non vengono in rispetto delle norme contrattuali applicate nemmeno a VerdeIdea le penali contrattuali? Potremmo continuare all’infinito, d’altronde il materiale verde, non verde e seccato a Catanzaro abbonda, ma ci dispiacerebbe limitare il ragionamento accademico dell’esimio assessore Cavallaro, anche perché siamo certi che saprà argomentare con sostanza quelli che sono i nostri dubbi e francamente, di tutta la città.

Li argomenterà con dovizia di documentazione davanti ai magistrati, ai quali dobbiamo, superando la nostra convinta certezza del primato della politica, affidare il futuro di questa città. Magari spiegherà in quella sede, quali sono i rapporti che esistono fra una parte dell’amministrazione politica della città e le assunzioni che sono state operate all’interno delle diverse società private, a part-time. Full-time ed in termini di dirigenza e/o consulenza. Saprà spiegare in quella sede, visto che pubblicamente si astiene come una educanda, quali sono i rapporti che lo hanno indotto a votare una pratica di giunta della Vivere Insieme, sulla questione Corvo-Aranceto che resta incompiuta da vent’anni ed oggi qualcuno la vorrebbe trasformare in una speculazione di tipo palazzinaro, visto che di sanitario, complici le ultime vicende di cronaca, resta poco anche sul piano della credibilità.

Se poi l’assessore Cavallaro volesse allora essere sincero, magari ci potrà spiegare qual è il legame che macina politica ed affari anche nella città di Catanzaro, dove ci sono relazioni ormai stabili fra sanità, cliniche, finanziamenti, regione Calabria, fondi europei, riqualificazioni del personale e tanto altro, che magari sfugge ai tanti, non certo a chi avendo vissuto sempre in mezzo alla gente che conosce i pregi e difetti, ne conosce le dinamiche e i tentativi a volte sprezzanti di coprire il cadavere. Quello che resta sempre un cadavere, consegnato alla storia, come la vicenda dell’US Catanzaro che passa attraverso le soglie dei palazzi nobiliari di riferimento di Cavallaro, dove ancora una città aspetta una risposta che abbia il sapore della verità.

Quella stessa verità che proprio il consigliere Pisano, mi dicono ex Officine del Sud, ha esplicitato nel suo “coming out politico” dove ha manifestato la sua difficoltà, in quanto ex ultra del Catanzaro, a presentarsi alle elezioni nella lista di Officine del Sud, il cui riferimento era Claudio Parente, quello che oggi, sembrerebbe l’abbia espulso per un presunto delitto di lesa Maestà. Se la storia la consegniamo alla storia, allora noi restiamo figlio orgogliosi del popolo a cui rendiamo conto, gli altri, Cavallaro inclusi continuano a fare, quello che la Procura di Catanzaro, dovrà accertare se reato, insieme agli altri che diventano correi perché tacciono, nella speranza di una regalia o di una piccola buccia di patata. Incuranti, come il buon Cavallaro, che la storia si ripete e che in altri tempi, i potenti intoccabili, ebbero il piacere di conoscere la ghigliottina.”

Redazione Calabria 7

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