di Giovanni Caglioti – Tanti anni, forse anche troppi, di promesse, di slogan, di buoni propositi sulla zona sud della città di Catanzaro.
Pistoia e Aranceto, quartieri di un capoluogo di Regione, ormai al collasso, abbandonati a loro stessi e al loro destino, in un degrado che oramai taglia l’anima a chi è costretto a vivere in quei palazzoni degradati e senza alcuna prospettiva di miglioramento economico, sociale e, perché no, anche umano.
Pistoia e Aranceto, quartieri di un capoluogo di Regione, ormai al collasso, abbandonati a loro stessi e al loro destino, in un degrado che oramai taglia l’anima a chi è costretto a vivere in quei palazzoni degradati e senza alcuna prospettiva di miglioramento economico, sociale e, perché no, anche umano.
Un’integrazione quella tentata che purtroppo non è mai avvenuta tra cittadini di etnia rom, molto spesso legati alla criminalità organizzata, e cittadini onesti e per bene, costretti a subire quel degrado spesso voluto e ricercato da chi proprio in quel degrado realizza la propria attività criminale.
Se da un lato il degrado in tutte le sue componenti si manifesta come il sole a primavera, dall’altro le promesse della classe politica fanno rumore tanto quanto il menefreghismo post elettorale di una classe dirigenziale che forse non vuole e non può affrontare e risolvere il problema drasticamente.
Depositi di gomme usate, discariche a cielo aperto, carcasse di auto ammassate abusivamente, una raccolta differenziata mai entrata in funzione, rappresentato uno spaccato di vita quotidiana in un chilometro quadrato di città dove lo Stato fa fatica ad esserci e ad imporre regole e leggi.