Ha frustato la figlia con un cavo elettrico perché bocciata a scuola e poi se l’è presa con l’ex moglie, “punita” per il solo fatto di essere andata in soccorso della minorenne mentre il padre la stava malmenando. Nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere vergata dal gip del Tribunale di Catanzaro Giacinta Santaniello, a carico di A. F., 48anni, di nazionalità marocchina e residente a Catanzaro, indagato per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate, vengono descritte le vessazioni, le violenze subite dalla ex moglie, minacciata di morte: “ti sgozzo con le mie mani”, presa a calci e a pugni alla testa, provocandole un trauma addominale e una contusione al ginocchio sinistro. Le indagini sono scattate in seguito all’intervento degli agenti della Questura di Catanzaro allertati lo scorso 17 giugno 2019 dalla centrale operativa per una lite in famiglia.
Il terrore di essere picchiate. Giunti nelle vicinanze dell’abitazione gli agenti hanno notato in strada la due donne, che si erano allontanate da casa per paura di essere picchiate da A. F., il quale aveva ammassato parte degli effetti personali delle due donne fuori dalla porta di ingresso. L’ex moglie e la figlia hanno raccontato agli investigatori come il 16 giugno, l’indagato adirato per la bocciatura della figlia, le avesse picchiate usando un cavo elettrico. Dopo aver preso dal comodino la piastra per i capelli e averne strappato il cavo elettrico, scrive il gip nell’ordinanza, lo avrebbe utilizzato a mò di frusta verso la figlia e verso la madre che si era frapposta tra l’ex marito e la stessa figlia. A conferma di questo fatto, la donna mostrava un livido sul braccio sinistro e delle escoriazioni alla schiena, mentre la figlia delle ecchimosi alla gamba sinistra. L’uomo era già stato destinatario di un divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla moglie ed era stata proprio la sua ex consorte a farlo rientrare in casa “per il bene delle figlie”, di cui con il suo ex ne aveva l’affido condiviso.
Il terrore di essere picchiate. Giunti nelle vicinanze dell’abitazione gli agenti hanno notato in strada la due donne, che si erano allontanate da casa per paura di essere picchiate da A. F., il quale aveva ammassato parte degli effetti personali delle due donne fuori dalla porta di ingresso. L’ex moglie e la figlia hanno raccontato agli investigatori come il 16 giugno, l’indagato adirato per la bocciatura della figlia, le avesse picchiate usando un cavo elettrico. Dopo aver preso dal comodino la piastra per i capelli e averne strappato il cavo elettrico, scrive il gip nell’ordinanza, lo avrebbe utilizzato a mò di frusta verso la figlia e verso la madre che si era frapposta tra l’ex marito e la stessa figlia. A conferma di questo fatto, la donna mostrava un livido sul braccio sinistro e delle escoriazioni alla schiena, mentre la figlia delle ecchimosi alla gamba sinistra. L’uomo era già stato destinatario di un divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla moglie ed era stata proprio la sua ex consorte a farlo rientrare in casa “per il bene delle figlie”, di cui con il suo ex ne aveva l’affido condiviso.
L’interrogatorio di garanzia. A. F. agli agenti, nell’immediatezza dei fatti” ha raccontato di aver litigato con moglie e figlia, ammettendo di averle frustate entrambe, minimizzando comunque l’accaduto. E a detta dell’ex moglie non era la prima volta che il marito usava violenza nei suoi confronti per futili motivi, vessazioni già in passato denunciate. L’uomo, difeso dall’avvocato Nicola Tavano, si è presentato davanti al gip del Tribunale di Catanzaro per l’interrogatorio di garanzia, fornendo la sua versione dei fatti, dichiarando di non aver maltrattato nessuno e di tenere alla sua famiglia. (g. p.)