Catanzaro, I Quartieri: “Piano Strutturale Comunale ultimo scacco sulla città”

Bruno Cuteri Raffaele Lagonia

“Il tema che agita le stanze di Palazzo De Nobili nelle ultime ore è il rimpasto di giunta, quello che è l’evidenza politica del sindaco Sergio Abramo. Il fatto di per se stesso non sconvolgente in una normale logica di amministrazione cittadina diventa dirompente a Catanzaro per un serie di evidenze e, soprattutto perché si potrebbe consumare a poco più di cinque mesi dal rinnovo elettorale, chiamando i cittadini alle urne.” Così una nota stampa dell’associazione “I Quartieri” a firma di Giampaolo Mungo.

Sul piano politico – continua – rimpastare oggi la giunta comunale è un esperimento inutile che non sposta di un millimetro il decadimento della città ed il fallimento politico di questa amministrazione comunale, tanto che sarebbe invece auspicabile una operazione di radicale azzeramento, non lasciando al solo uomo al comando, Abramo la scelta di costruire una nuova giunta, quello che le poche voci libere del Consiglio comunale da tempo auspicano. E’ tempo di assumersi le responsabilità politiche, quelle che passano anche dalle mani di Abramo che dice di voler rilanciare un “nuovo” centro destra solo a parole senza coinvolgere i partiti che lo hanno eletto e le relative personalità istituzionali. Nei fatti Abramo ha tradito il patto politico sottoscritto nel marzo 2017, che impediva migrazioni e trasmigrazioni da un gruppo consiliare all’altro, un metodo questo che invece è diventato regola e sistema”.

Sul piano politico – continua – rimpastare oggi la giunta comunale è un esperimento inutile che non sposta di un millimetro il decadimento della città ed il fallimento politico di questa amministrazione comunale, tanto che sarebbe invece auspicabile una operazione di radicale azzeramento, non lasciando al solo uomo al comando, Abramo la scelta di costruire una nuova giunta, quello che le poche voci libere del Consiglio comunale da tempo auspicano. E’ tempo di assumersi le responsabilità politiche, quelle che passano anche dalle mani di Abramo che dice di voler rilanciare un “nuovo” centro destra solo a parole senza coinvolgere i partiti che lo hanno eletto e le relative personalità istituzionali. Nei fatti Abramo ha tradito il patto politico sottoscritto nel marzo 2017, che impediva migrazioni e trasmigrazioni da un gruppo consiliare all’altro, un metodo questo che invece è diventato regola e sistema”.

“Un Consiglio politicamente inesistente”

“C’è da domandarsi – si legge ancora – se il rimpasto di giunta sia funzionale ad addomesticare e narcotizzare un Consiglio comunale politicamente inesistente, facendo leva su quelle trasversalità dettate forse da interessi specifici che ancora mantengono in vita questa esperienza amministrativa, inutile, dove incasellare nuove postazioni fra maggioranza ed opposizioni ha solo l’obiettivo di consumare l’ultimo scacco sulla città con l’approvazione del PSC (Piano Strutturale Comunale). Appare utile ricordare che a Catanzaro si era sancito il “consumo zero” di suolo, puntando sulla rigenerazione urbana, ma la distrazione di Abramo e il ritardo (?), forse pilotato (?) del PSC ci ha invece consegnato continue colate di cemento e il proliferare di cantieri e gru su una parte specifica della città.

Questo anomalo Consiglio comunale, che non ha stima e coerenza politica di sé stesso, forse subisce le scelte di pianificazione altrui (?) e non si accorge che gli emendamenti, coerenti e integrati alla pianificazione urbanistica che hanno portato alla approvazione unanime, da parte del precedente Consiglio comunale, del documento di indirizzi per la redazione del PSC, sono stati ignorati nel documento preliminare dello stesso PSC. Il futuro della città di Catanzaro non può essere tracciato urbanisticamente sul fotofinish di una discutibile consiliatura, quello che sembra l’ennesimo schiaffo consegnato ai cittadini, soprattutto quando le scelte potevano e dovevano essere attuate nell’arco degli ultimi dieci anni che hanno visto, ininterrottamente il sindaco Abramo governare indisturbato”.

“Atti decisori non pubblicati”

“Trasparenza e lealtà politica avrebbero consentito a questo Consiglio comunale di accorgersi che la famigerata tripartizione di Giovino, ancora presente sul sito del comune nella sezione Trasparenza/Pianificazione e Governo del Territorio e peraltro ben evidenziata nella slide dell’allora dirigente area Pianificazione in occasione dell’incontro sul PSC del 18 luglio 2019 è scomparsa dal Documento Preliminare al PSC presentato al primo confronto aperto del 2 dicembre scorso.

Se il comprensorio di Giovino torna ad essere Ambito unitario di nuovo impianto a destinazione turistica,  questa è una buona notizia, perché mai allora non sono stati pubblicati gli atti che hanno portato alla “scomparsa” della famigerata tripartizione? Forse perché siamo in presenza di atti decisori non pubblicati? Perché magari non pubblicabili? Forse Abramo ha tentato di rimettere in discussione sulla parte Giovino – Castace della tripartizione? Nel tentativo non riuscito ha fatto marcia indietro? Questi sono gli interrogativi ai quali il sindaco e assessore all’urbanistica, Sergio Abramo dovrebbero rispondere alla città.

Politicamente eviteremmo – conclude Mungo – così ad Abramo di non portare le sue “carte” alla Conferenza di Pianificazione, momento essenziale dell’iter di approvazione del Psc. Una scelta che per legittimità, per tempistica e per quella regola non scritta di rispetto dei cittadini, deve essere lasciata alla nuova Amministrazione comunale che verrà fuori dalle urne nella prossima primavera 2022″.

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