Non è ancora ufficialmente iniziato l’anno scolastico e già cominciano i primi disservizi.
È il caso del plesso “L. D’Errico” di viale de Filippis a Catanzaro. A due giorni dall’inizio delle lezioni sul sito istituzionale dell’istituto comprensivo scolastico “Pascoli-Aldisio”, di cui la “D’Errico” fa parte, compare un avviso a firma del dirigente scolastico che annuncia la chiusura della scuola per i bambini della scuola primaria. Regolarmente invece aperta la scuola dell’infanzia nel medesimo edificio. Il motivo, secondo un gruppo di genitori, è ascrivibile ad un generico “problemi di natura logistici” senza entrare nel dettaglio “e soprattutto senza definire un preciso arco temporale, lasciando pericolosamente presagire che la chiusura non si limiterà alla sola giornata di lunedì 20 settembre”.
È il caso del plesso “L. D’Errico” di viale de Filippis a Catanzaro. A due giorni dall’inizio delle lezioni sul sito istituzionale dell’istituto comprensivo scolastico “Pascoli-Aldisio”, di cui la “D’Errico” fa parte, compare un avviso a firma del dirigente scolastico che annuncia la chiusura della scuola per i bambini della scuola primaria. Regolarmente invece aperta la scuola dell’infanzia nel medesimo edificio. Il motivo, secondo un gruppo di genitori, è ascrivibile ad un generico “problemi di natura logistici” senza entrare nel dettaglio “e soprattutto senza definire un preciso arco temporale, lasciando pericolosamente presagire che la chiusura non si limiterà alla sola giornata di lunedì 20 settembre”.
Di chi è la responsabilità?
I genitori si chiedono dunque “cosa sia successo, cosa ci sia realmente dietro questa chiusura, ad appena due giorni dalla ripresa delle lezioni”. La scuola, fanno notare, rappresenta “un servizio pubblico, oltre ad un presidio di assoluto valore sociale per la crescita dei bambini”, e “la scuola primaria è scuola dell’obbligo”, quindi “già appare incomprensibile come mai la Regione Calabria, assieme ad un’altra regione italiana, sia l’ultima ad iniziare le lezioni, quando in altre regioni italiane c’è chi ha addirittura riaperto già da due settimane”. I genitori chiedono insomma maggiori spiegazioni: “Abbiamo il diritto di sapere chi ha responsabilità per tali disservizi, perché a pagare sono sempre i più piccoli. Ci si accinge a rivivere una stagione scolastica molto turbolenta, forse ancor più dello scorso anno. La pandemia non è ancora stata realmente sconfitta. Se a questo si aggiungono dei laconici ‘problemi logistici’ a due giorni dalla riapertura il tutto non lascia ben sperare per i nostri bambini”.