di Danilo Colacino – Nell’ambito della 4. edizione di ‘Catanzaro Legal Economy’ – rassegna culturale promossa dall’istituto tecnico commerciale ‘Grimaldi-Pacioli’, incentrata quest’anno sul tema ‘C’era una (s)volta: Il tabù della corruzione’ – è giunto stamani in città il noto giornalista Sandro Ruotolo, spesso protagonista delle seguitissime trasmissioni del collega Michele Santoro.
Un cronista di recente balzato – suo malgrado – agli onori della cronaca in seguito all’annunciata decisione di revocare la scorta a lui assegnata per essere finito nel mirino dei clan di camorra a causa delle sconvolgenti inchieste condotte, anche e soprattutto sul traffico dei rifiuti tossici. Stamani, però, nell’Auditorium Aldo Casalinuovo – partecipando all’incontro ‘Corruzione, Criminalità, Informazione’ – lo stesso Ruotolo ha messo in rilievo la pervasività e lo strapotere della ‘ndrangheta in Italia e nel mondo, essendo divenuta la mafia più temibile e ramificata del pianeta, e fatto pure una digressione sul lavoro svolto per lungo tempo proprio nel capoluogo calabrese.
Un cronista di recente balzato – suo malgrado – agli onori della cronaca in seguito all’annunciata decisione di revocare la scorta a lui assegnata per essere finito nel mirino dei clan di camorra a causa delle sconvolgenti inchieste condotte, anche e soprattutto sul traffico dei rifiuti tossici. Stamani, però, nell’Auditorium Aldo Casalinuovo – partecipando all’incontro ‘Corruzione, Criminalità, Informazione’ – lo stesso Ruotolo ha messo in rilievo la pervasività e lo strapotere della ‘ndrangheta in Italia e nel mondo, essendo divenuta la mafia più temibile e ramificata del pianeta, e fatto pure una digressione sul lavoro svolto per lungo tempo proprio nel capoluogo calabrese.
L’incarico lo ricevette a metà degli anni Duemila, quando l’attuale sindaco della sua città natale – il famoso Luigi de Magistris, primo cittadino di Napoli – allora in veste di inflessibile magistrato fece tremare l’intero Paese con le indagini sul gotha della politica nazionale e l’ambiente elitario della grande finanza, cattolica e laica. Una ‘stagione’ di cui si ha ancora memoria.