Catanzaro, mensa scolastica solo per benestanti: protestano i genitori

“Quando il diritto allo studio non passa più da banchi di scuola o competenze delle istituzioni, ma viene delegato a chi ha la possibilità o meno di pagare i buoni pasto, la situazione diventa incandescente”.

Lo scrivono in una nota inviata alla nostra redazione, i rappresentanti dei genitori di una scuola di Catanzaro, dove la mensa, secondo loro, è divenuta esclusiva per i benestanti.

Lo scrivono in una nota inviata alla nostra redazione, i rappresentanti dei genitori di una scuola di Catanzaro, dove la mensa, secondo loro, è divenuta esclusiva per i benestanti.

“Da giorno 19 settembre  – scrivono – la società che rende il servizio e l’amministrazione comunale hanno pubblicato il prezzo di euro 64,40 per blocchetto di 20 buoni la “questione mensa” tiene banco dentro e fuori l’aula rossa di Palazzo De Nobili e la città, anche su questo, si divide, si agita e discute. Ad una settimana  dall’inizio del servizio mensa previsto per il 30 settembre, la tensione sale anche tra gran parte delle famiglie dell’Istituto Casalinuovo – Sud dove i genitori hanno deciso di protestare per l’elevato costo dei carnet ,e lo faranno lunedì mattina direttamente con il Sindaco Sergio Abramo  e con l’assessore alla pubblica Istruzione presenti all’inaugurazione della scuola di via Forni.

Da qui – continua la nota – la rabbia dei genitori che catapulta la faccenda in un contesto difficile da analizzare, strano da comprendere così come i motivi per i quali ad una famiglia monoreddito con più figli a carico non sarebbe permesso di aderire al servizio mensa visto i costi eccessivi. «C’è tanta, tanta gente – dicono i rappresentanti dei genitori  – che non può permettersi di pagare 64,40 euro per un blocchetto di 20 buoni che non basterebbero nemmeno per un mese e che invece con lo stesso importo può fare la spesa per 15 giorni di una famiglia. Non si tratta di una questione di principio, ma in tempi di crisi come quelli che stiamo attraversando per noi è davvero impossibile sostenere tale spesa.

Fino a poco tempo fa, abbiamo gestito autonomamente l’acquisto dei buoni anche per le famiglie bisognose organizzando collette e pesche di beneficenza, ma questo ora non è più possibile .

Il Comune non ha tenuto conto delle esigenze nostre e dei bambini”. Il messaggio è chiaro: “Stanno calpestando la nostra dignità e i nostri diritti, non facendo rispettare agli alunni neppure l’obbligo del tempo prolungato visto che, in tali circostanze, saremo  costretti a non farli partecipare all’orario pomeridiano. Fare pranzare i bambini a casa, infatti, e riportarli poi a scuola sarebbe per noi un ulteriore peso se si considera il costo della benzina e gli impegni di lavoro”.

Mamme  e papà inferociti che non escludono denunce in sede penale, pronte anche e a manifestare il proprio malessere a Palazzo De Nobili.

Non chiediamo che venga modificato il costo ma che si preveda l’allargamento delle fasce di esenzione. Infatti – hanno spiegato le mamme nello specifico –il tetto massimo per l’esclusione dal pagamento è pari a 1.500 di reddito Isee, somma raggiunta da pochissime famiglie; gli altri, pur vivendo in condizioni non agiate, vengono messi sullo stesso livello dei ceti alti”.

Siamo fiduciosi che il sindaco Sergio Abramo saprà ascoltarci e troverà una soluzione, stessa cosa ci aspettiamo dall’assessore alla Pubblica Istruzione, che è stata dirigente di questo istituto e conoscendo le difficoltà delle famiglie non potrà insieme al Sindaco rimanere insensibile a queste queste richieste” – concludono i genitori .

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