di Mimmo Famularo – Prende forma il “Fioritallini” a Palazzo Dei Nobili. La realpolitik dice che Nicola Fiorita ha bisogno necessariamente di una stampella per far camminare quell’anatra zoppa che rischia di affossare la sua azione politica e amministrativa tesa a rilanciare Catanzaro. I numeri sono numeri e il neo-sindaco, al di là delle dichiarazioni di circostanza, sa benissimo che dopo aver scalato la montagna per rimanere in cima ed evitare di cadere nel vuoto deve trovare una maggioranza quanto più possibile solida. Nel “campo largo” tanto caro a Enrico Letta figurano al momento dieci giocatori (sindaco compreso). Troppo pochi.
Perché nessuno dei consiglieri comunali si dimetterà
Perché nessuno dei consiglieri comunali si dimetterà
Governare in minoranza è alquanto impossibile anche se Fiorita confida nella responsabilità dei consiglieri comunali del centrodestra per allargare un perimetro al momento troppo ristretto. Prevarrà il “tengo famiglia” e nessuno (neanche Marco Polimeni) si dimetterà anche perché i nuovi compensi che andranno a percepire sindaco, assessori e consiglieri sono in linea con l’inflazione galoppante che ha fatto aumentare tutto, indennità comprese. La responsabilità, in questo caso, è sinonimo soprattutto di opportunità per cui Nicola Fiorita sotto questo profilo non corre alcun pericolo. Tuttavia va trovata una quadra per non finire sotto scacco o peggio sotto ricatto.
L’altra faccia dell’amministrazione Fiorita
La formula del “Fioritallini” è più di un’ipotesi ed è l’acronimo dei cognomi di Fiorita, Talerico e Tallini. Un trasformismo in salsa catanzarese che si è già manifestato nei giorni precedenti al ballottaggio e destinato a diventare il nuovo schema di governo. Fino a prova contraria Talerico e Tallini sono la stessa identica cosa, hanno marciato insieme alle Regionali, si sono ritrovati dalla stessa parte alle Comunali e sono adesso anche ben rappresentati in Consiglio comunale. Talerico, Serò, Barberio e la “talliniana” Procopi sono pronti ad andare in soccorso di Fiorita e, da quanto filtra, avranno anche un loro rappresentante in giunta. Il presidente dell’Ordine degli avvocati avrebbe già suggerito qualche nome (LEGGI QUI). Da dieci si passerebbe quindi a quattordici consiglieri comunali, da una minoranza a una quasi maggioranza. Servirebbe un campo leggermente più largo e qui Fiorita scommette sulla “responsabilità” di quell’area centrista abituata al salto della quaglia.
“Franchi tiratori”, transfughi e responsabili
Il mercato dei consiglieri comunali pronti a passare da una parte all’altra è iniziato con largo anticipo e già circolano i primi nomi dei possibili transfughi che permetterebbero a Fiorita di effettuare il sorpasso su Donato anche all’interno dell’assemblea. D’altronde è chiaro nei numeri che il prof dell’Umg è stato “giustiziato” nelle deserte urne del ballottaggio anche dal fuoco amico. Basta fare un giro sui social per smascherare i volti dei “franchi tiratori” che hanno contribuito a spingere il carro del vincitore ancora prima che Fiorita ci salisse. In attesa di capire quali saranno le determinazioni di Marco Polimeni e di ciò che è rimasto di Forza Italia, il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso (maggioranza nella maggioranza con cinque consiglieri all’attivo) parla già di “responsabilità politica” quasi a proporsi come interlocutore privilegiato di Fiorita mentre il consigliere regionale Francesco De Nisi, segretario calabrese di Italia al Centro, con tre suoi rappresentanti eletti in Consiglio comunale, preannuncia un’opposizione senza pregiudizio. Un tutto in divenire che lascia aperte porte e corridoi. Altro che dimissioni in massa e ritorno immediato alle urne.
Il consiglio di Tallini a Fiorita
Quello che in fondo ha caldamente consigliato proprio Mimmo Tallini nello speciale elezioni di “Votantonio”. Nel celebrare il funerale del centrodestra e confermare l’appoggio a Nicola Fiorita (LEGGI QUI), l’ex presidente del Consiglio regionale della Calabria ha dichiarato testualmente: “Se fossi come Fiorita mi dimetterei domani mattina e andrei a nuove elezioni per cercare di costruire la nuova maggioranza”. Non sarà così per Tallini perché – a suo giudizio – il neo-sindaco “ci metterà 30 secondi a trovare i cosiddetti responsabili”.
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