(D.C.) – Chi si attendeva una Fase 2 o 3 – ormai abbiamo perso il conto, scusate – all’insegna del vecchio e immutabile tran-tran quotidiano, quasi della frenesia, evidentemente si sbagliava.
Questo lo spaccato di Catanzaro nel giorno della fine del periodo più rigido di lockdown imposto dal Covid.
Questo lo spaccato di Catanzaro nel giorno della fine del periodo più rigido di lockdown imposto dal Covid.
Soprattutto in periferia, infatti, la vita è continuata come negli ultimi mesi, del resto.
E il flusso veicolare non è parso più intenso di quanto non fosse il giorno dopo Pasquetta.
O il 4 maggio scorso.
Basti pensare alla scarsità di clienti dagli ambulanti tornati a farsi vedere come prima – almeno nei soliti posti – e alla mancanza di ressa notata davanti agli sportelli bancomat, che invece nelle ore mattutine dei normali lunedì brulicano di clienti in fila.
Un movimento assai meno sostenuto pure nei pressi dei bar, inoltre.
E potremmo continuare ad libitum.
Un dato che ci fa capire come la paura e la crisi non si ‘battono’ con un Decreto: governativo, regionale o comunale, che sia.
La ripartenza è dunque lenta, in taluni casi lentissima, e se le cose non cambieranno presto, il futuro di molti resterà assai incerto per non di peggio.
Meno male che c’è chi dice no!
E a riprendere, di slancio, vuole malgrado tutto provarci.