Nota stampa del consigliere comunale Eugenio Riccio in merito all’avviso pubblico del Comune per la cessione a privati del chiosco della Proloco città di Catanzaro.
“Quanti indizi servono per fare una prova? Due, tre? In fatto di programmazione strategica del Comune di Catanzaro tutti i parametri investigativi sono stati superati. Il settore patrimonio, in cui pare ci sia una non ben definita divisione di competenze e poteri tra la parte politica e quella burocratica, pubblica due avvisi pubblici.
“Quanti indizi servono per fare una prova? Due, tre? In fatto di programmazione strategica del Comune di Catanzaro tutti i parametri investigativi sono stati superati. Il settore patrimonio, in cui pare ci sia una non ben definita divisione di competenze e poteri tra la parte politica e quella burocratica, pubblica due avvisi pubblici.
Il primo per la gestione del parcheggio del Politeama, in cui definisce almeno i criteri base e cioè il bene oggetto dell’avviso e il privato che ne ha chiesto la concessione, il secondo per un’area demaniale. E qui il settore si supera in giochi di prestigio. Con un artificio amministrativo nell’avviso inserisce particella, numero di foglio e, genericamente, parla di privati senza indicare, come nell’altro avviso di chi si tratti. Allora prima di addentrarci nell’analisi politica del vulnus della programmazione strategica di questa amministrazione, la notizia ai catanzaresi la diamo noi. Il Comune ha fatto un avviso pubblico per la cessione a privati del chiosco della Proloco città di Catanzaro, che storicamente, pur tra mille limiti e difficoltà innegabili, ha assolto ad un ruolo che non è neanche nell’agenda del Comune, quello di dare informazioni ai cittadini che si trovano nel quartiere marinaro nel periodo estivo. E qui ci riallacciamo a quanto detto all’inizio.
Primo punto, se un privato chiede un’area in gestione, la pubblicazione di un avviso non deve essere automatica, ma successiva e ripeto successiva, ad una delibera di giunta che non è carta straccia, ma è l’atto con la quale un’amministrazione decide e si assume la responsabilità di alcune scelte, anche rispetto alla destinazione di beni di sua proprietà. Scelte che, ma mi rendo conto che è chiedere troppo, rientrano in quella programmazione strategica oggi completamente assente.
Secondo punto, se l’amministrazione decide di “chiudere” anziché potenziare i pochi presidi che potrebbero essere di supporto al turismo, allora significa, implicitamente, che essa stessa non crede che la città possa avere una vocazione turistica. Perché vorremmo informare il signor sindaco che il quartiere Lido è parte integrante della città e continuare a ragionare per compartimenti significa alimentare quei piccoli appetiti che non fanno che perpetrare una campagna elettorale perenne che si consuma tra buche, diserbi, piccole furberie come concessioni di aree sottratte al pubblico a vantaggio dei privati i quali, per il fatto stesso di essere imprenditori, lavorano, legittimamente per il loro profitto.
Quindi a questo punto, trovati gli indizi, fatta la prova, non resta che capire chi è il colpevole di tutto ciò, ed il cerchio si restringe perché in ogni reato ci sono esecutori materiali, ma anche morali, e sono tutti ugualmente ed irrimediabilmente colpevoli”.
Redazione Calabria 7