Catanzaro, rombi di moto per l’addio al giovane centauro Domenico

di Nico De Luca – Si sono svolti presso la Basilica dell’Immacolata, a Catanzaro, i funerali di Domenico Canino, il giovane centauro morto sul colpo sabato scorso 29 giugno in un incidente stradale nel quartiere Sala.

Nella chiesa molto affollata di parenti, amici e tanti cittadini comuni venuti a condividere il dolore della famiglia del 34enne, il celebrante don Sergio Iacopetta, parroco della Cattedrale, ha detto che “il mistero della morte è grande, c’è un tempo per nascere e un tempo per vivere, ma i momenti non siamo noi a determinarli.

Nella chiesa molto affollata di parenti, amici e tanti cittadini comuni venuti a condividere il dolore della famiglia del 34enne, il celebrante don Sergio Iacopetta, parroco della Cattedrale, ha detto che “il mistero della morte è grande, c’è un tempo per nascere e un tempo per vivere, ma i momenti non siamo noi a determinarli.

La morte improvvisa di Domenico è un lutto che sconfina in un grande dolore ed è difficile trovare parole che scendano nel cuore ad alleviare la sofferenza.

Tre cose che possiamo fare in questi casi: silenzio, preghiera, condivisione delle lacrime con quelle della famiglia. Il silenzio è una carezza nel percorso di luce nell’ostilità della morte, abbiamo bisogno di silenzio per  toccare l’invisibile e vedere Dio. Le lacrime esprimono il bene che abbiamo voluto a Domenico.

Non lo conoscevo personalmente – ha detto il sacerdote –  ma era un ragazzo affabile, che voleva bene e si faceva voler bene, come dimostrano le tante persone qui oggi.

Papa Francesco ha detto nei giorni scorsi che quando Gesù ha pianto, è stato capace di piangere allora ha capito i nostri drammi.

Diciamo grazie al Signore per i benefici concessi tramite la sua presenza ed eleviamo la preghiera perché il nostro cuore riceva consolazione. E la ricevano il papà Tonino, la mamma Daniela e la sorella Morena.

Affidiamo alla terra il nostro fratello Domenico ed all’Altissimo la sua anima benedetta“.

Fuori, ad attendere il feretro, quasi un centinaio di moto. I suo amici, amanti delle due ruote, gli hanno tributato il rombo dell’addio, accompagnando il corteo funebre fino al Cimitero principale della città.

Una città che piange un’altra giovane vittima prematuramente strappata ai suoi cari, alla sua vita terrena.

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