29 aprile 1975, per molti una data come tante, un qualunque giorno di primavera di una vita fa ma, purtroppo, non per tutti. Quel 29 aprile nel padiglione Beretta del Policlinico di Milano, moriva, dopo 47 giorni di agonia, un diciottenne vittima della violenza politica della sinistra radicale. Sergio Ramelli, così si chiamava quel ragazzo, fu aggredito il 13 marzo davanti il portone di casa a colpi di chiave inglese perché così voleva la giustizia del proletariato. Un commando della sinistra extraparlamentare, formato da studenti di medicina del servizio d’ordine di Avanguardia Operaia, fu giudice, giuria e boia.
Sergio era colpevole di aver scritto un tema contro le Brigate Rosse, era colpevole di non pensarla come loro, era colpevole di essere un militante del Fronte della Gioventù, era un fascista. Tutte motivazioni più che valide per spezzare la vita, i sogni e le speranze di un diciottenne. Quel 29 aprile nell’indifferenza di un’Italietta poco interessata alle sorti di un fascista qualunque, moriva un giovane pieno di vita e ideali, fermo nelle sue convinzioni e pronto a tutto pur di non rinnegare le sue idee o piegare la testa davanti ai prepotenti. Il 17 giugno 2017, Catanzaro vedeva scendere in piazza una serie di realtà unite nel ricordo di Sergio, più di duecento persone scese in piazza per celebrare l’intitolazione di una via della nostra città a Sergio e a tutte le vittime del terrorismo.
Sergio era colpevole di aver scritto un tema contro le Brigate Rosse, era colpevole di non pensarla come loro, era colpevole di essere un militante del Fronte della Gioventù, era un fascista. Tutte motivazioni più che valide per spezzare la vita, i sogni e le speranze di un diciottenne. Quel 29 aprile nell’indifferenza di un’Italietta poco interessata alle sorti di un fascista qualunque, moriva un giovane pieno di vita e ideali, fermo nelle sue convinzioni e pronto a tutto pur di non rinnegare le sue idee o piegare la testa davanti ai prepotenti. Il 17 giugno 2017, Catanzaro vedeva scendere in piazza una serie di realtà unite nel ricordo di Sergio, più di duecento persone scese in piazza per celebrare l’intitolazione di una via della nostra città a Sergio e a tutte le vittime del terrorismo.
Così però non è stato, una celebrazione a metà, la via ad oggi ancora non è stata ufficialmente intitolata, il tutto è stato bloccato a pochi giorni dall’installazione della targa, da qualche “anonimo” seminatore d’odio che ha ancora paura di quel diciottenne milanese morto in primavera di 44 anni fa, la burocrazia italiana ha fatto il resto. Tra valutazioni e controvalutazioni sono passati quasi due anni ma il Comitato “Sergio Ramelli” Catanzaro non si è mai tirato indietro e ha continuato a lottare perché anche nel capoluogo calabrese così come in altre 26 città italiane, ci possa essere una via intitolata a Sergio Ramelli, per mantenerne viva la memoria così che non si possano ripetere analoghi episodi.
Per tutti questi motivi, a pochi giorni dall’anniversario della morte, sabato 4 maggio dalle ore 17:30 in via Lucrezia della Valle 102 presso i campi di calcetto “Girasole” di Catanzaro, si svolgerà un quadrangolare di calcetto in memoria di Sergio per tramandarne la storia e l’esempio in attesa che, finalmente, si possa formalmente intitolare quella via a quel ragazzo ucciso per le sue idee. Per Sergio Per Sempre.
Redazione Calabria 7