di Danilo Colacino – È davvero incredibile come la politica sia l’arte del possibile e dell’impossibile. Soprattutto quando la paura fa 90. E quanto successo nemmeno 24 ore fa in consiglio comunale ne è la plastica dimostrazione. E già, perché se i sondaggi non accreditassero il centrodestra unito della vittoria alle elezioni regionali ci sarebbe stato un clima da 8 settembre, o quantomeno rovente, in seno allo schieramento. Attenzione, però, considerato che – malgrado il successo annunciato – i problemi non mancano. Eccome. La leadership forzista è incerta e il malumore di certi alleati (Lega e Fratelli d’Italia su tutti, ma anche realtà satellite come Catanzaro da Vivere) crescente. La scelta forzista caduta sul sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, sposata di recente dal suo collega del capoluogo Sergio Abramo, ha spiazzato molti nella coalizione a sostegno di quest’ultimo a Palazzo De Nobili. Basti considerare al post al vetriolo pubblicato su Facebook nel weekend scorso da una persona vicinissima al già senatore Piero Aiello recante l’eloquente scritta: “Con Occhiuto Calabria pignorabile”. Una rasoiata inferta in pieno volto a quanti sono ormai sul carro del primo cittadino brutio.
I motivi della calma apparente di Catanzaro da Vivere e dell’acquiescenza del gruppo di Claudio Parente nel civico consesso. Perché se Abramo ha per così dire violato il principio che mutuiamo dal diritto civile del pacta sunt servanda, Aiello e Parente non hanno battuto ciglio facendo sì che i loro uomini nell’assemblea cittadina fossero silenti o addirittura, in qualche caso, desiderosi di manifestare la commozione suscitata in loro dall’intervento del sindaco alla convention dell’omologo Occhiuto di sabato scorso? Semplice: hanno bisogno di tante opportunità per non far restare alcuno dei big ‘a piedi’. La clamorosa sconfitta alle elezioni generali del 4 marzo 2018 ha infatti scosso non poco alcuni maggiorenti del centrodestra, che hanno capito come sia tempo di stare ‘allineati e coperti’ per non fare l’abitudine al ricorso alla preposizione latina ex davanti agli abituali titoli di onorevoli et similia. E allora quale miglior modo per centrare l’obiettivo, se non facendo fruttare i voti assembalndo una coalizione vincente? Peccato, però, che non ci sia solo Catanzaro, con per giunta tante ‘bocche da sfamare’, da accontentare ed ecco allora spiegate le ragioni dei mal di pancia, dovuti alla mancanza di certezze per tutti malgrado la grande torta in arrivo. Fermenti a cui, tuttavia, un abile Abramo con la supervisione del “vero sindaco della città, noto a tutti” – citazione letterale della consigliera talliniana Emanuela Costanzo – abbia subito trovato l’antiacido giusto: un bell’assessorato al Comune, l’ennesimo, agli aielliani e la solenne promessa che in vista della tornata elettorale si troverà la quadra. Una rassicurazione bastata ancora di più a Parente e ai suoi.
I motivi della calma apparente di Catanzaro da Vivere e dell’acquiescenza del gruppo di Claudio Parente nel civico consesso. Perché se Abramo ha per così dire violato il principio che mutuiamo dal diritto civile del pacta sunt servanda, Aiello e Parente non hanno battuto ciglio facendo sì che i loro uomini nell’assemblea cittadina fossero silenti o addirittura, in qualche caso, desiderosi di manifestare la commozione suscitata in loro dall’intervento del sindaco alla convention dell’omologo Occhiuto di sabato scorso? Semplice: hanno bisogno di tante opportunità per non far restare alcuno dei big ‘a piedi’. La clamorosa sconfitta alle elezioni generali del 4 marzo 2018 ha infatti scosso non poco alcuni maggiorenti del centrodestra, che hanno capito come sia tempo di stare ‘allineati e coperti’ per non fare l’abitudine al ricorso alla preposizione latina ex davanti agli abituali titoli di onorevoli et similia. E allora quale miglior modo per centrare l’obiettivo, se non facendo fruttare i voti assembalndo una coalizione vincente? Peccato, però, che non ci sia solo Catanzaro, con per giunta tante ‘bocche da sfamare’, da accontentare ed ecco allora spiegate le ragioni dei mal di pancia, dovuti alla mancanza di certezze per tutti malgrado la grande torta in arrivo. Fermenti a cui, tuttavia, un abile Abramo con la supervisione del “vero sindaco della città, noto a tutti” – citazione letterale della consigliera talliniana Emanuela Costanzo – abbia subito trovato l’antiacido giusto: un bell’assessorato al Comune, l’ennesimo, agli aielliani e la solenne promessa che in vista della tornata elettorale si troverà la quadra. Una rassicurazione bastata ancora di più a Parente e ai suoi.
Il fattore Lega e la variante Europee. Altra mission impossible centrata per il supersindaco? Forse sì, a giudicare dall’andamento del Consiglio di ieri con il solo effetto collaterale dell’approdo al Gruppo Misto da Fi, quasi indolore, di Giovanni Merante e Antonio Triffiletti. Roba da poco per le conseguenze pratiche di tale passaggio, nulla togliendo ai due ex forzisti. Il problema, semmai, è quanto accadrà alle consultazioni di fine maggio per il rinnovo del Parlamento di Bruxelles. Le notizie in arrivo, infatti, potrebbero essere pessime per Abramo e soci. Sia se il Governo, inteso come alleanza gialloverde, ne uscisse rafforzato ma anche se i Cinque Stelle dovessero ‘franare’. Perché a quel punto, di fronte a un exploit leghista e a un ottimo risultato di Fratelli d’Italia, gli scenari potrebbero mutare con le quotazioni di Ferro ‘for president’ di nuovo in netta risalita. Fatto che renderebbe le incudini di oggi, i martelli di domani.