di Giovanni Caglioti
Finita l’estate per ogni località turistica è tempo di bilanci. È tempo di tirare le somme delle presenze che, al pari dei veri bilanci aziendali, si riflette, di conseguenza, nei conti correnti sia in positivo che, purtroppo in negativo.
Finita l’estate per ogni località turistica è tempo di bilanci. È tempo di tirare le somme delle presenze che, al pari dei veri bilanci aziendali, si riflette, di conseguenza, nei conti correnti sia in positivo che, purtroppo in negativo.
Questo è l’ unico vero indicatore della qualità dell’ offerta turistica proposta. Se è vero da un lato che il pubblico detta le regole e crea le condizioni di tale offerta, dall’altro il protagonista dell’offerta stessa è il privato.
In alcune località questa sinergia funziona e dà frutti importanti, basti pensare alla vicina Soverato, mentre nella città capoluogo di regione la sinergia pubblico/privato soffre un po’ e stenta a prendere il volo per demeriti condivisi da entrambe le parti.
Seppur con circa 500 posti letto offerti rispetto ai 420 del capoluogo di regione, senza contare la zona nord della città, che vedrebbe Catanzaro in cima per numero di posti e camere, Soverato rimane comunque la meta più gettonata per le vacanze di numerosi turisti, vacanzieri di ritorno e non e, inoltre, meta preferita per la movida notturna della costa ionica.
Un gap non elevato in termini di accoglienza e posto letto, ma che lascia intendere dove e quali siano le responsabilità del corto circuito Catanzaro e i meriti della bella Soverato. Catanzaro, capoluogo di regione, contro Soverato, eterne rivali e molto spesso messe a confronto nello scontro politico cittadino in modo strumentale da alcuni e in modo propositivo da altri.
Ma da dove derivano queste differenze nonostante l’offerta ricettiva sia uguale tra le due località?
In modo oggettivo e lucido proviamo ad imbastire un’analisi che, potrebbe, perché no, suscitare qualche polemica o presa di posizione. Ma siamo pronti a tutto purché ne scaturisca un dibattito propositivo. Che Catanzaro abbia mutato il proprio volto negli ultimi 15 anni è un dato di fatto. Il completamento del lungomare di Giovino, l’apertura parziale del porto e le numerose opere infrastrutturali che si stanno ultimando e progettando, la vocazione universitaria della zona sud e i numerosi eventi ormai fidelizzati e associati al capoluogo come il Magna Grecia Film Festival hanno rilanciato in modo massiccio le potenzialità turistiche, dando, una scossa significativa al mercato immobiliare e registrando un incremento importante di attività imprenditoriali nel settore food.
Nonostante ciò perché il Capoluogo continua ad essere un gradino più giù rispetto a Soverato?
Sicuramente le politiche e gli sforzi dell’amministrazione sono profusi nella direzione di offrire a Soverato condizioni ottimali per essere continuamente pronta ad accogliere positivamente i visitatori, basti pensare ad una cura maniacale 365 giorni l’anno del verde pubblico, che purtroppo non si riscontra nella città di Catanzaro, continuamente alle prese con inadempienze dei capitolati di gara che ne penalizzano qualitativamente la gestione.
Sforzi che, anche in altre tematiche, come la raccolta differenziata, parcheggi, gestione del traffico e la sicurezza sono rivolti solo ed esclusivamente ad offrire condizioni ottimali di investimento ai numerosi imprenditori che di turismo vivono.
Nel capoluogo, è vero che si lavora e si curano i grandi interventi come il completamento del porto, l’eventuale concorso di idee e la discussione che ne potrebbe scaturire sulle lottizzazioni dell’area di Giovino, la costruzione del nuovo depuratore, interventi fondamentali, ma spesso si dimentica che l’ordinario è tanto importante quanto la programmazione di lungo respiro. Accanto ai meriti e demeriti del pubblico è rilevante analizzare pure i meriti e demeriti del privato. Nella cittadina dello ionio Catanzarese il privato è parte attiva dello sviluppo e della promozione del territorio, di fatto è sempre stato avanti nell’evoluzione del concetto di stabilimento balneare, si è rinnovato e si è aperto a modelli innovativi e moderni investendo continuamente. Nel capoluogo di regione duole constatare che salvo le strutture presenti sul nuovo lungomare di Giovino e qualcuna nella zona del centro, numerose rimangono le strutture ancorate strutturalmente e organizzativamente ad un passato troppo remoto da poter sostenere uno sviluppo turistico adeguato, moderno, con un rinnovamento e un restyling che tardano ad arrivare.
Dunque, a conti fatti, il pubblico e le amministrazioni devono attrezzarsi per fare sempre di più, al pari comunque dei tanti imprenditori turistici che forse fanno troppo poco per il rilancio di Catanzaro.