Catanzaro, Wanda Ferro ricorda “U Ciaciu”

U Ciaciu catanzaro

Con la scomparsa del maestro Saverio Rotundo, “u Ciaciu”, la città di Catanzaro perde un suo simbolo, il mondo dell’arte perde un autentico genio, un talento che meritava probabilmente di essere scoperto prima e maggiormente valorizzato. Maestro del recupero, street-artist d’avanguardia, estraneo ed indifferente ai circuiti culturali che contano, Saverio Rotundo ha realizzato la sua produzione artistica con grande semplicità ed in un rapporto strettissimo con la sua città, alla quale ha regalato, utilizzando ferraglia e vecchi rottami, spettacolari realizzazioni accolte a volte con scetticismo, qualche volta con colpevole ignoranza, mai con indifferenza”. Lo scrive in una nota la deputata Fratelli d’Italia, Wanda Ferro”.

“E’ forse nel destino dei grandi artisti non ricevere in vita il giusto riconoscimento. Credo di aver dato un piccolo contributo alla valorizzazione della sua opera, da assessore alla cultura nel 2006, con l’organizzazione della mostra al centro Polifunzionale di via Fontana Vecchia. Ma soprattutto negli ultimi anni, “u Ciaciu”, con la sua straordinaria creatività, con il suo carattere schietto e coinvolgente, aveva raccolto intorno a sé un grande fermento giovanile, trasformando la sua bottega al San Giovanni nel fulcro di un nuovo entusiasmo culturale in una città che ha imparato faticosamente a riscoprire il rapporto con l’arte e con il bello, e a darsi una nuova identità.

“E’ forse nel destino dei grandi artisti non ricevere in vita il giusto riconoscimento. Credo di aver dato un piccolo contributo alla valorizzazione della sua opera, da assessore alla cultura nel 2006, con l’organizzazione della mostra al centro Polifunzionale di via Fontana Vecchia. Ma soprattutto negli ultimi anni, “u Ciaciu”, con la sua straordinaria creatività, con il suo carattere schietto e coinvolgente, aveva raccolto intorno a sé un grande fermento giovanile, trasformando la sua bottega al San Giovanni nel fulcro di un nuovo entusiasmo culturale in una città che ha imparato faticosamente a riscoprire il rapporto con l’arte e con il bello, e a darsi una nuova identità.

Le grandi mostre di arte contemporanea che abbiamo organizzato al Marca e che hanno visto sempre il maestro Rotundo in prima fila con i suoi bizzarri costumi, le performance degli artisti di Altrove e Concentrica, la vitalità dell’accademia di Belle Arti, di cui è diventato anche docente, hanno avvicinato la città al suo eccentrico artista e alle sue originali realizzazioni in ferro, finalmente considerate autentiche opere d’arte e non più semplici stravaganze, e gli hanno aperto la strada ad importanti riconoscimenti, a partire dall’apprezzamento di Arnaldo Pomodoro, passando per il legame con Vittorio Sgarbi per arrivare all’esposizione all’Expo internazionale di Milano. Sono certa che l’opera del maestro Rotundo sarà valorizzata come merita, e che la sua testimonianza artistica rappresenterà in futuro una parte importante dell’identità culturale della nostra città”.

Redazione Calabria 7.

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