di Alessandro Manfredi – “Questa non è una presentazione di un libro, ma una seduta di gruppo”. Esordisce così Catena Fiorello, aprendo la presentazione del suo ultimo romanzo “Tutte le volte che ho pianto”.
Ieri, alla libreria Ubik di Catanzaro, nel quartiere Lido, Catena Fiorello è stata una vera e propria mattatrice, capace di coinvolgere il numeroso pubblico presente, rendendolo partecipe e a tratti protagonista di un bellissimo dialogo.
Ieri, alla libreria Ubik di Catanzaro, nel quartiere Lido, Catena Fiorello è stata una vera e propria mattatrice, capace di coinvolgere il numeroso pubblico presente, rendendolo partecipe e a tratti protagonista di un bellissimo dialogo.
Catena, che a suo dire non si siede mai alle presentazioni dei suoi libri, preferendo stare tra le persone, ha catapultato i presenti nel mondo di Flora, una donna di 40 anni, protagonista del romanzo ambientato a Messina, città stupenda alla quale non è mai stata data la “sua possibilità”.
Flora, il pianto, la corsa. Sì, perché Flora piange, di un pianto che non è autocommiserazione, che non è un piangersi addosso, ma è una valvola di sfogo, è vivere le proprie emozioni “per guardarsi dentro, per ripartire e riprendere in mano le redini della propria vita”.
Flora, Bianca, l’anziana madre, Giovanna, Antonio, Leo, un vortice di personaggi veri, reali, in cui il lettore può riconoscersi, poiché espressioni della vita quotidiana.
E di tutto questo Catena Fiorello ha parlato ieri sera a Catanzaro, di vita vera. Flora, il pianto, la corsa, la musica: “per sfondare tutte le porte, per non rimpiangere nulla”.