“La cattura dei latitanti è uno degli obiettivi principali per la lotta alla ‘ndrangheta, la presenza di latitanti liberi sul territorio è un segno di forza per l’organizzazione criminale. Oggi, invece, lo Stato e la giustizia hanno dato un segnale importante. La loro cattura insieme all’aggressione dei loro patrimoni rappresentano la strategia vincente per combattere la criminalità organizzata”. Il colonnello Roberto Di Costanzo, comandante del Reparto operativo dei carabinieri di Catanzaro, sottolinea lo straordinario risultato raggiunto stanotte con la cattura del latitante Cosimo Damiano Gallace, reggente dell’omonima cosca su Guardavalle, con diramazioni nel Basso Ionio Catanzarese, nel Sud e Nord di Italia. Un obiettivo raggiunto di iniziativa da parte del Nucleo investigativo del capoluogo di regione, di concerto con i colleghi del Gruppo di intervento Speciale e dello Squadrone eliportato cacciatori Calabria (LEGGI QUI).
Nascosto in un bunker
Nascosto in un bunker
“ Abbiamo localizzato il latitante, all’interno di un’ azienda dedita alla produzione di calcestruzzo nel Comune di Isca sullo Ionio. I militari hanno fatto irruzione in casa, trovando subito moglie e figlia. In seguito ad una più approfondita perquisizione, i carabinieri hanno stanato Gallace, in un bunker nascosto all’interno di un’intercapedine ricavata su una falsa parete la cui porta si apriva azionandola con un pomello girevole presente su un attaccapanni vicino ad una specchiera”. Di Costanzo ha precisato che il latitante , al momento della cattura, aveva con se un trolley con 35mila euro in contanti, un tablet, varie schede telefoniche ancora non attive, dei cellulari.
“Non ha opposto resistenza”
“Non ha opposto resistenza e si è consegnato ai carabinieri. Deve scontare ora una pena di 14 anni per associazione di tipo mafioso quale reggente della cosca Gallace, molto influente all’interno del panorama ‘ndranghetistico, operante non solo a Guardavalle, ma anche in alcuni Comuni del Basso Ionio Catanzarese e dell’Alto Ionio Reggino , con tentacoli nel Lazio, precisamente ad Anzio e Nettuno e in altre città del Centro e del Nord Italia”. Il proprietario dello stabile è stato denunciato alla locale autorità giudiziaria (g. p.)