Cementificio Marcellinara, M5S interroga ministro Ambiente

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Con un’interrogazione al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, i deputati M5S Paolo Parentela e Giuseppe d’Ippolito sono tornati sull’ampliamento della capacità di valorizzazione energetica del Css nel cementificio di Marcellinara (Catanzaro). «Si tratta – precisano i parlamentari in una nota – di una questione di interesse nazionale, di una battaglia storica del Movimento 5 Stelle. In Italia sono 69 i cementifici interessati.

Le norme vigenti, risalenti ai governi Monti e Renzi, consentono di bruciare rifiuti in questi impianti». I deputati hanno dunque chiesto al ministro Costa «quali iniziative di competenza intenda assumere per modificare la specifica normativa e in ogni caso a tutela dell’ambiente e della salute pubblica», nonché «quali proposte di modifiche normative siano finora giunte dal preposto organo di monitoraggio e quali informazioni, circa la produzione e l’utilizzo del Css-combustibile, esso abbia finora portato a conoscenza del pubblico». Con riferimento all’inceneritore di Marcellinara, nella stessa interrogazione è ricordato che «il 18 giugno 2019 detto ampliamento riceveva dalla STV parere di compatibilità ambientale e tecnico favorevole per il rilascio dell’Aia»; che «per conferenza dei servizi decisoria la Regione convocava, per lo scorso 10 luglio, poi rinviata a breve, tutti i soggetti interessati rispetto al riferito provvedimento autorizzatorio»; che «l’8 maggio scorso la Corte europea di Giustizia si è espressa censurando pesantemente il decreto Sblocca Italia del 2014, che prevede una spropositata rete di inceneritori, definiti “insediamenti strategici di preminente interesse nazionale”, sottratta a ogni regola di comune cautela e in particolare ad una valutazione ambientale (Vas) degli effetti, da attuarsi  prima della loro costruzione (o dell’ampliamento di quelli esistenti)». Da tempo Parentela e D’Ippolito hanno assunto una posizione contraria verso questo ampliamento, condividendo peraltro le osservazioni presentate dal Comune di Marcellinara e dal comitato civico locale.

Le norme vigenti, risalenti ai governi Monti e Renzi, consentono di bruciare rifiuti in questi impianti». I deputati hanno dunque chiesto al ministro Costa «quali iniziative di competenza intenda assumere per modificare la specifica normativa e in ogni caso a tutela dell’ambiente e della salute pubblica», nonché «quali proposte di modifiche normative siano finora giunte dal preposto organo di monitoraggio e quali informazioni, circa la produzione e l’utilizzo del Css-combustibile, esso abbia finora portato a conoscenza del pubblico». Con riferimento all’inceneritore di Marcellinara, nella stessa interrogazione è ricordato che «il 18 giugno 2019 detto ampliamento riceveva dalla STV parere di compatibilità ambientale e tecnico favorevole per il rilascio dell’Aia»; che «per conferenza dei servizi decisoria la Regione convocava, per lo scorso 10 luglio, poi rinviata a breve, tutti i soggetti interessati rispetto al riferito provvedimento autorizzatorio»; che «l’8 maggio scorso la Corte europea di Giustizia si è espressa censurando pesantemente il decreto Sblocca Italia del 2014, che prevede una spropositata rete di inceneritori, definiti “insediamenti strategici di preminente interesse nazionale”, sottratta a ogni regola di comune cautela e in particolare ad una valutazione ambientale (Vas) degli effetti, da attuarsi  prima della loro costruzione (o dell’ampliamento di quelli esistenti)». Da tempo Parentela e D’Ippolito hanno assunto una posizione contraria verso questo ampliamento, condividendo peraltro le osservazioni presentate dal Comune di Marcellinara e dal comitato civico locale.

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