Chi è Roberto Petrella, l’ex ginecologo “no vax” arrestato da Gratteri

Già destinatario di un provvedimento (non definitivo) di radiazione dall’Ordine dei Medici, era considerato una sorta di "guru" dai negazionisti del Covid e dal popolo dei “no vax”

“Il Covid? Un virus influenzale”. “Il vaccino? Acqua di fogna”. Negazionista, no vax, radiato (con provvedimento ancora non definitivo) dall’Ordine dei Medici. E’ il curriculum di Roberto Petrella, 75 anni, di Teramo. E’ lui il ginecologo arrestato dai poliziotti della Digos di Catanzaro per aver prescritto cure “alternative” a un paziente residente in Campania, seguito solo telefonicamente e poi morto. Per questo motivo la Procura diretta da Nicola Gratteri gli contesta il reato di omicidio colposo e, in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale catanzarese, si trova ora ai domiciliari. Secondo l’accusa, proprio lui, che ha sostenuto pubblicamente in una famosa intervista andata in onda a “Piazzapulita” che il vaccino anti-Covid contenesse “sostanze pericolosissime”, avrebbe suggerito al paziente, affetto da più patologie, intrugli a base di fanghi sconsigliandone “il ricovero ospedaliero ed impedendo l’attivazione di idonee terapie salvavita”.

Atti trasmessi a Teramo

Atti trasmessi a Teramo

L’arresto è stato chiesto dalla Procura di Catanzaro dopo che, nell’ambito di un’altra indagine ancora in corso, dalle intercettazioni telefoniche è emersa la vicenda del paziente campano. La Procura ha quindi chiesto l’emissione di un provvedimento urgente per evitare la reiterazione del reato ed il gip l’ha accolta pur dichiarandosi incompetente territorialmente. Gli atti sono già stati quindi trasmessi a Teramo. Laureato in Medicina e Chirurgia, specializzato in ostetrica, secondo quanto riportato dal sito del suo studio medico, Petrella esercita la professione proprio in un piccolo paese della provincia teramana. L’indagine dei poliziotti della Digos ha preso avvio dall’attività intercettiva svolta sull’utenza del sanitario, nell’ambito di un altro procedimento instaurato a suo carico presso la Procura di Catanzaro. L’ex ginecologo abruzzese è conosciuto nel panorama medico italiano per aver in passato sostenuto posizioni controverse sulle vaccinazioni e in diverse occasioni le sue tesi sono state aspramente criticate dal virologo e divulgatore scientifico Roberto Burioni. Prima della pandemia aveva espresso critiche persino nei confronti del vaccino contro il papilloma virus Hpv e, più in generale, contro l’obbligatorietà delle vaccinazioni.

Il gip: “Condotte non occasionali”

L’ipotesi accusatoria formulata dalla Procura di Catanzaro è che il ginecologo non abbia effettuato una corretta diagnosi e non abbia apprestato il necessario trattamento terapeutico su un paziente con gravissime e molteplici patologie pregresse (cardiopatia con acuzie di infarto nel 2007, ipertensione, ipercolerestolemia, diabete, problemi di prostata), poi deceduto per un infarto del miocardio, e lo abbia “curato” con pratiche non riconosciute dalla scienza medica, procrastinando il ricovero ospedaliero ed impedendo l’attivazione di idonee terapie salvavita. Le esigenze cautelari poste alla base del provvedimento cautelare sono state desunte dal gip dalla “non occasionalità della condotta del medico”, che secondo l’accusa ha sollecitato cure alternative alla medicina “ordinaria”, prive di validità scientifica, anche in relazione ad una paziente affetta da Covid-19, dando seguito ai numerosi proclami definiti “antiscientifici” dall’accusa, diffusi sul suo profilo Facebook, con ampio seguito.

“Guru” nella lotta al vaccino e al 5G

Non è la prima volta che nome dell’ex ginecologo, considerato una sorta di “guru” nella lotta al vaccino e al 5G, finisce al centro della cronaca nazionale. Già lo scorso mese di novembre era stato segnalato da “relatore” a una riunione di “no vax” svoltasi nelle Marche dalla quale era poi scaturito un vero e proprio focolaio con diversi contagi. Secondo Roberto Petrella, coinvolto anche in un’inchiesta giornalistica di Fanpage.it sui medici “no vax”, nei vaccini contro il Covid-19 ci sarebbero “tessuti umani di feti abortiti” e negli Stati Uniti una società ucciderebbe “dai 4 ai 5mila bambini al giorno” per poi utilizzarli come ingredienti per i farmaci sviluppati per fermare la diffusione del coronavirus. Un campionario di bufale che farebbe rabbrividire chiunque, ma non i negazionisti della pandemia per i quali il medico abruzzese arrestato oggi da Nicola Gratteri era un punto di riferimento.

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