Chiedono il ‘pizzo’ nei cantieri del cimitero di Cassano, due persone in manette

Due le ordinanze di custodia cautelare in carcere su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro
Chiedono il 'pizzo' nei cantieri del cimitero di Cassano, due persone in manette

I carabinieri di Cassano allo Ionio hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Catanzaro su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di C.A., 31enne di Cassano, e S.P., 40enne di Amendolara, entrambi noti alle forze dell’ordine, ritenuti gravemente indiziati del reato di tentata estorsione nei confronti di una impresa edile impegnata in una serie di lavori di sistemazione e rifacimento nel cimitero comunale di Cassano allo Ionio.

La vicenda

La vicenda

I fatti risalirebbero allo scorso 28 aprile, quando i due si sarebbero recati al cantiere allestito all’interno dell’area cimiteriale della Città delle Terme e, interloquendo con un dipendente della ditta, avrebbero esplicitato la loro richiesta estorsiva, da veicolare debitamente ai titolari e consistente nella corresponsione della somma di 15.000 euro da versare in due distinte tranche. Singolare, come emerso dalle attività investigative, era la modalità da utilizzare per comunicare l’avvenuta accettazione alla richiesta di pagamento, la quale doveva essere eseguita mediante l’apposizione di uno straccio di colore bianco sul cancello del cimitero, entro un termine preventivamente imposto dai due indagati.

Secondo gli inquirenti, in una valutazione condivisa dal gip, appare fondata la matrice associativa della fattispecie delittuosa posta in essere, in virtù delle modalità con le quali la stessa è stata perpetrata nonché della natura della condotta, consistente in una richiesta di denaro nei confronti di una ditta aggiudicataria di un appalto pubblico di consistente cabotaggio. Chiari, così come emerso dalle indagini, anche gli impliciti connotati intimidatori sottesi alla eventuale prospettazione di un diniego alla corresponsione del denaro da parte della società vittima del tentativo estorsivo. I due sono stati portati nel carcere di Castrovillari.

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