“Cimitero degli orrori” a Tropea, la Procura di Vibo chiude l’inchiesta: tre indagati (NOMI)

Cadaveri fatti a pezzi e bruciati per rivendersi le tombe. Il custode comunale, il figlio e l'aiutante incastrati dai video della Finanza

di Mimmo Famularo – Tombe profanate, cadaveri bruciati e gettati nei rifiuti. Una macabro business portato avanti in quello che è stato ribattezzato il cimitero degli orrori. “Scene raccapriccianti” le ha definite il gip del Tribunale di Vibo Valentia all’atto di firmare l’ordine di arresto nei confronti del custode Francesco Trecate, del figlio Salvatore e del loro aiutante Roberto Contartese. Il tutto avveniva a Tropea, la “capitale delle vacanze” calabresi. Agghiacciante lo scopo: liberare le tombe per poi rivenderle. La Procura della Repubblica di Vibo Valentia guidata da Camillo Falvo ha chiuso le indagini preliminari notificando contestualmente un avviso di garanzia ai tre principali protagonisti di questa orribile vicenda. Associazione a delinquere, violazione di sepolcro e distruzione e soppressione di cadavere i principali, illecito smaltimento di rifiuti speciali cimiteriali i reati ipotizzati dagli inquirenti a conclusione di un’inchiesta condotta sul campo dalla Guardia di Finanza di Vibo diretta dal colonnello Roberto Prosperi. Accuse pesanti dalle quali dovranno ora difendersi Francesco Trecate, 62 anni; Salvatore Trecate, 38 anni; e Roberto Contartese, 62 anni, tutti di Tropea. I primi due sono assistiti dall’avvocato Giuseppe Di Renzo mentre il terzo è difeso dall’avvocato Giovanni Vecchio.

Cadaveri bruciati per rivendersi le tombe

Cadaveri bruciati per rivendersi le tombe

Secondo quanto scritto nei capi di imputazione, Francesco Trecate sarebbe il promotore e il principale organizzatore delle singole operazioni: “punto di riferimento quanto a decisioni da assumere e a direttive da impartire” al figlio Salvatore e all’aiutante Roberto Contartese nella “commissione dei reati fine”. Le indagini coprono un arco temporale che va dal febbraio del 2019 allo stesso mese del 2021 quando scattò il clamoroso blitz della Finanza. I tre indagati, in concorso materiale e morale tra di loro, avrebbero in particolare violato ventisei tombe in cui erano tumulati i cadaveri di soggetti identificati e non. Con l’aggravante dell’aver commesso il fatto con abuso dei poteri e in violazione dei doveri derivanti dal ruolo di ‘custode cimiteriale’ per Francesco Trecate. Sette i cadaveri che sarebbero stati distrutti completamente o parzialmente dopo averli sezionati con l’ausilio di un seghetto e di un martello e poi bruciati. Pratiche che in alcune occasioni le stesse fiamme gialle sono riuscite a filmare e documentare con videocamere nascoste. Alcuni dei video sarebbero raccapriccianti perché oltre a mostrare la frantumazione delle bare con ascia e piccone rivelano anche altri casi in cui lo smembramento dei cadaveri avveniva a mani nude. I cadaveri sarebbero stati spogliati, sezionati e in un caso – come evidenziato dal gip – il capo del defunto è stato mozzato “e mostrato a mo’ di trofeo” da uno degli arrestati. Gli indagati avranno ora venti giorni di tempo per presentare memorie, produrre documenti difensivi o chiedere al pubblico ministero che guida le indagini, il sostituto procuratore Concettina Iannazzo, di essere sottoposti a interrogatorio.

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