E’ allarme in Italia per la Trichinellosi che, come si può leggere sul sito del ministero della Salute, è una “zoonosi causata dall’ingestione di carne cruda o poco cotta derivante da suini, cinghiali ed equini e contenente larve di nematodi del genere Trichinella”.
L’infezione si trasmette nelle aree del mondo dove vengono consumati alimenti a base di carni crude o poco cotte e loro derivati (ad esempio salsicce fresche) provenienti da animali suscettibili a questo genere di zoonosi.
L’infezione si trasmette nelle aree del mondo dove vengono consumati alimenti a base di carni crude o poco cotte e loro derivati (ad esempio salsicce fresche) provenienti da animali suscettibili a questo genere di zoonosi.
La dose di larve ingerite e infette, purtroppo, ha una certa valenza per la gravità dell’infezione la quale può variare da forme benigne a forme gravi che possono portare, in seguito, anche a complicazioni cardiocircolatorie, respiratorie e/o neurologiche fino al decesso del paziente.
“Un caso probabile di trichinellosi -come scritto sempre sul sito del ministero della Salute- è definito dalla presenza di almeno tre dei seguenti sei segni o sintomi: febbre, dolore muscolare, diarrea, edema facciale, eosinofilia, emorragia sottocongiuntivale, sottoungueale e/o retinica e con un legame epidemiologico (esposizione a carne infetta o esposizione a una fonte comune).
L’OMS raccomanda il trattamento con un antielmintico associato ad un antiinfiammatorio da iniziare al più presto dopo la diagnosi.
Per prevenire qualsiasi tipo di problema, bisognerebbe evitare il consumo di carne crude o poco cotte e loro derivati, di cinghiale, suino o equino che non siano state sottoposte preventivamente al controllo veterinario.
L’allarme mette in apprensione anche la Calabria. Da una valutazione della Coldiretti, fatta la scorsa estate, nella nostra regione ci sarebbero circa 300mila cinghiali.
Redazione Calabria 7