Clan di ‘ndrangheta nella Sila Crotonese, condanne per 80 anni di carcere

Il blitz evitò inoltre una guerra tra clan che da lì a breve avrebbe potuto insanguinato i boschi della Sila crotonese

Otto condanne, per un totale di 80 anni di reclusione, e una sola assoluzione: è quanto ha deciso il Tribunale di Crotone con la sentenza emessa oggi nei confronti di 9 imputati coinvolti nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia denominata Eleo poi scaturita in un’operazione dei carabinieri che nel gennaio 2021 disarticolarono i nuovi assetti della cosca di ‘ndrangheta di Petilia Policastro, nel crotonese, attiva anche nei vicini comuni della Sila. In quella occasione furono arrestate 11 persone alle quali un mese più tardi se ne aggiunsero altre sette, tutte accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, usura, detenzione di armi, furti e danneggiamenti.

‘Ndrangheta infiltrata in quasi tutte le attività della Sila

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L’indagine rivelò la pervasività della cosca, che si era riorganizzata dopo la scarcerazione di alcuni elementi di spicco, in quasi tutte le attività economiche dalla zona, dal commercio del legno alle attività ricettive di località turistiche silane, come quelle del vicino comune di Cotronei dove venne appiccato il fuoco alla seggiovia del villaggio Palumbo. Il blitz evitò inoltre una guerra tra clan che da lì a breve avrebbe potuto insanguinato i boschi della Sila crotonese: furono ritrovati kalashnikov e fucili, nascosti sotto terra in frigoriferi e congelatori, pronti ad essere usati. Nella decisione del Tribunale spicca l’assoluzione di Francesca Costanzo, ex vice sindaca del comune di Petilia Policastro, per la quale l’accusa aveva chiesto la condanna a 13 anni e 6 mesi di reclusione. La condanna più pesante, 13 anni e 10 mesi di reclusione, è stata inflitta a Giuseppe Garofalo (il pm della Dda Mandolfino aveva chiesto 21 anni); e 13 anni e 8 mesi sono stati inflitti a Oreste Vona (il pm aveva chiesto 20 anni). A Pierluigi Ierardi i giudici hanno inflitto 12 anni e 6 mesi (21 anni la richiesta); Domenico Bruno e Massimo Cosco 12 anni di reclusione ciascuno; condanna a 6 anni e 4 mesi per Antonio Gelfo, a 6 anni per Alessandro Gelfo; 4 anni infine a Ivano Mirabelli.

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