Cocaina dalla Colombia alla Calabria, assolti “per non aver commesso il fatto”

Accusati di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata all’importazione di stupefacenti dalla Colombia e da altri Stati del Sud America
export del grano

Si è concluso, nella serata del 27 giugno 2022, davanti al Tribunale Collegiale di Locri, con la pronuncia di dieci condanne e nove assoluzioni per un totale di 54 anni di reclusione (a fronte dei circa 3 secoli richiesti dall’ufficio Distrettuale di Procura durante la requisitoria del 16 maggio 2022) il maxiprocesso denominato “Edera” definito in rito ordinario e per il quale altri imputati erano già stati giudicati nel parallelo procedimento in rito abbreviato dal GUP di Reggio Calabria conclusosi il 20 novembre 2020. I giudici del Collegio Penale (presidente Gabriella Logozzo, consiglieri Federico Casciola e Rosario Sobbrio), al termine di 8 ore di camera di consiglio hanno pertanto dato esito al giudizio di prime cure, dal quale l’originaria impostazione accusatoria – nella quale erano state condensate le plurime indagini svolte dal ROS, in collaborazione con gli omologhi reparti antidroga Colombiani ed Olandesi e con la Gendarmerie Francese – è stata in buona parte confutata e smentita dalle argomentazioni difensive.

Le richieste di condanna

Le richieste di condanna

Tra i vari, si segnalano le posizioni di Cortese Domenico (avvocato Davide Vigna), Cortese Giuseppe (avvocato Giovanni Picardi del foro di Napoli), Gangemi Silvio (avvocato Mimmo Infantino), per i quali l’imputazione originariamente formulata dall’ufficio Distrettuale di Procura era quella di aver preso parte (in concorso con altri, giudicati separatamente in rito abbreviato) ad un’associazione per delinquere finalizzata all’importazione di ingenti quantitativi, dalla Colombia e da altri Stati del Sud America, di sostanza stupefacente mediante il trasporto in container, e nello specifico per i fratelli Cortese e per il Gangemi (per i quali era stata richiesta condanna ad anni 23 di reclusione ciascuno per i primi due e ad anni 16 di reclusione per il terzo) con il ruolo di finanziatori delle operazioni di mediazione, acquisto e importazione della sostanza drogante, nonché con funzioni operative per una specifica importazione; ulteriori contestazioni riguardavano l’importazione di un quantitativo di 36 chili tra il febbraio e l’ottobre 2011, di un ulteriore carico non determinato tra l’ottobre 2011 ed il gennaio 2012, ed infine di un quantitativo imprecisato tra il febbraio 2012 ed il febbraio 2013.

Rapporti con un gruppo organizzato transnazionale

Fatto quest’ultimo per il quale veniva imputato anche Cordì Luciano (difeso dall’avvocato Andrea Alvaro), per il quale l’Ufficio di Procura richiedeva condanna ad anni 16 di reclusione in considerazione del fatto che l’importazione operata in concorso, tra gli altri, con i Cortese ed il Gangemi, sarebbe risultata aggravata dall’ingente quantitativo e del rapporto con un gruppo organizzato transnazionale. Ipotesi che, ad esito del giudizio di primo grado, escono pesantemente ridimensionate. Il Tribunale, infatti, accogliendo le articolate argomentazioni in fatto ed in diritto formulate dai difensori, ha ritenuto insussistente l’ipotesi associativa e due delle tre importazioni contestate (per le quali i Cortese ed il Gangemi sono stati mandati assolti), ritenendo invece sussistente l’ultima vicenda, escluse tuttavia dalla stessa le aggravanti contestate, con conseguente condanna di tutti gli imputati alla pena di anni 6 mesi 6 di reclusione ciascuno.

Trattativa per 100 chili di cocaina

Assoluzione anche per Alfred Deturris (avvocato Gustavo Marino), Nasso Francesco Aniello (avvocato Antonio Sotira) e Ficara Domenico (avvocati Vincenzo Nobile ed Alessandro Bavaro), quest’ultimo già ritenuto capo promotore e organizzatore dell’associazione in virtù del suo ruolo di vertice nella famiglia “ciceri” di San Luca, i primi due collaboratori a supporto di Trimboli Domenico nell’ambito delle attività di narcotraffico internazionale. Sul punto la Procura aveva avanzato una richiesta di condanna a 23 anni di reclusione per il Ficara, e ad anni 18 per Deturris e Nasso. L’esito dà evidentemente credito alle argomentazioni opposte dal collegio difensivo che hanno dimostrato come non vi fossero gli elementi per supportare la contestazione del reato associativo. Stesso esito per ciò che pertiene la contestazione di altro reato specifico, concernente il sequestro di 1 chilo di cocaina, per il quale il Ficara è stato assolto con formula “per non aver commesso il fatto”, e per una presunta trattativa di acquisto di un quantitativo di 100 chili, per la quale Nasso e Deturris vengono prosciolti con la stessa formula.

La sentenza

Esito favorevole, infine, per Scipione Santo Rocco, originariamente ritenuto dall’ufficio di Procura partecipe dell’associazione Internazionale dedita al traffico di sostanze stupefacenti con il ruolo di collegamento tra il gruppo “ciceri”, capeggiato da Ficara Domenico, e lo storico latitante Scipione Santo, da tempo stanziale in Colombia, fatto per il quale era stata richiesta una condanna a 12 anni di reclusione. Secondo l’accusa questi si sarebbe recato personalmente in Colombia per trattare ingenti quantitativi di cocaina; ancora, occorrevano sulla specifica posizione alcune dichiarazioni del collaboratore di giustizia Trimboli Domenico. Ad esito della camera di consiglio il Collegio di Locri ha ritenuto insussistenti i fatti contestati (recependo le argomentazioni prospettate dal difensore dello Scipione, avvocato Alessandro Bavaro) ed ha assolto l’imputato da tutte le contestazioni.

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