Codacons: aumenti dei biglietti ferroviari penalizzano la Calabria

gioia tauro

Rotolando verso sud cantavano i Negrita.

Un esplicito invito a viaggiare verso l’estate, verso il mare…”verso sud”, appunto.
Un esplicito invito a viaggiare verso l’estate, verso il mare…”verso sud”, appunto.
Un viaggio che, purtroppo, costerà sempre più caro ai Calabresi ed a chi si vuol recare nella nostra regione.
Vediamo per quali motivi.

Già dal 13 luglio, scegliere il posto in treno ha un sovrapprezzo di 2 euro.
La novità riguarda i Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca.
Praticamente due amici, per fare un viaggio insieme, dovranno pagare ben quattro euro in più.
Si tratta di un “danno ai clienti Trenitalia” ed un aumento occulto – sostiene Francesco Di Lieto del Codacons – ed annuncia un esposto all’Antitrust e all’Autorità dei Trasporti avverso “un provvedimento abnorme in quanto, a differenza degli aerei, sui treni non esistono elementi che differenzino, in maniera sostanziale, un posto dall’altro, tali da giustificare un incremento del costo del biglietto di 2 euro”.

Ma inseguire le distanze costerà di più se ci si muove “verso sud”.
Un’assurda penalizzazione per la Calabria e per la sua vocazione turistica.
Un ritornello che rimane, giorno dopo giorno, una sterile e ripetitiva dichiarazione d’intenti ma che nei fatti viene, addirittura, penalizzata.
Premesso che Trenitalia opera in regime di monopolio, applicare tariffe maggiori per chi si reca in Calabria, rappresenterebbe davvero uno schiaffo per la nostra regione e per chi ci vive.
E qui si aggiunge anche la beffa.
Infatti la nostra regione, preso atto delle macroscopiche inefficienze delle reti ferroviarie, già si è assunta i costi per il loro “potenziamento”.

Costi che, secondo l’assunto del Codacons, sarebbero illegittimamente addebitati ai Calabresi che, non solo pagano il biglietto ma, soprattutto, pagano i disagi di una rete anacronistica e pericolosa.
Ovviamente sulle condizioni delle linee, rimaste sconsolatamente quelle descritte da Rino Gaetano, preferiamo glissare ed occuparci dell’utilizzo dei soldi pubblici.
La Regione Calabria ha già versato a RFI oltre mezzo milione di euro per eseguire “lavori” sulla tratta jonica.
Il rischio che si utilizzi del danaro pubblico per eseguire interventi di normale manutenzione – sostiene Di Lieto – è reale, atteso che, nonostante le nostre ricerche non vi è traccia del progetto sulla base del quale i Calabresi hanno “regalato” più di mezzo miliardo di euro a RFI, ricevendo in cambio, soltanto degli aumenti.

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