Codacons: “Per la Sovraintendenza Catanzaro non ha valore culturale”

Polemica per il parere negativo sul convento di Santa Chiara, l’associazione scrive al Ministro e  si appella alla deputazione cittadina

Non cenna a placarsi la polemica sulla (s)vendita della oramai ex caserma Triggiani di Catanzaro.

Non cenna a placarsi la polemica sulla (s)vendita della oramai ex caserma Triggiani di Catanzaro.
“Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha comunicato l’insussistenza di profili di interesse culturale
inerenti l’Immobile”. Proprio in questi termini si esprime Invimit, la società che ha acquistato l’Immobile, in risposta alla richiesta di accesso agli atti formulata dal Codacons. “Uno schiaffo per la storia cittadina – sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons. Un immobile che ha portato nelle casse della Provincia di Catanzaro ben 14milioni e centomila euro. Si tratta dell’ex monastero di Santa Chiara. Non soltanto ottomila metri quadrati incastonati in pieno centro, ma anche tutte le aree comprese tra Via Trieste, Piazzale Regina Margherita, Via Principe Umberto, Villa Trieste… Praticamente un vero affare, soprattutto per Invimit”. Ma ciò che il Codacons contesta è proprio quel parere che nega, categoricamente, qualsivoglia valore storico-culturale al complesso e finisce per umiliare un pezzo di storia di Catanzaro, che in questi giorni viene distrutto nell’indifferenza generale.
L’appello. Il Codacons si appella al Ministro nonché all’intera deputazione cittadina ed esige chiarezza in merito alle decisioni assunte dalla Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici della Calabria.
“Chiediamo l’immediata attivazione di un procedimento – sostiene Di Lieto – per la verifica dell’interesse culturale ai fini dell’eventuale applicazione della disciplina di tutela prevista dalla legge nr. 42/2014.
Per l’Associazione il parere avrebbe trascurato aspetti di fondamentale importanza. Non a caso discutiamo di uno degli edifici più antichi di Catanzaro e negare valore culturale al Convento di Santa Chiara – sostiene Di Lieto – equivale a calpestare la storia di un’intera città”. Il Codacons si rivolge anche al FAI affinché voglia verificare i presupposti per un intervento a tutela di un enorme patrimonio culturale e decida di intervenire per preservare il bene.

Redazione Calabria 7

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