“Le illegalità presenti nella gestione del nostro patrimonio boschivo, nella filiera energetica e nel ciclo di smaltimento dei rifiuti costituiscono una aggressione crescente ed insostenibile al patrimonio ambientale del Paese”. Lo affermano Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Biodiversità ed Aree Protette di Legambiente, ed Anna Parretta, presidente regionale dell’associazione ambientalista.
“Secondo lo scenario descritto dalla Procura – fanno rilevare i due attivisti – si può ritenere che, per come già emerso dall’inchiesta ‘Stige’, il quadro dell’organizzazione dedita alla gestione illegale del nostro patrimonio boschivo sia nelle mani delle cosche. Trova conferma la deduzione che gli interessi dei clan nel settore forestale in Sila avvenga anche con l’estensione sulla filiera energetica ad esso collegata. Ricompreso anche lo smaltimento illecito di rifiuti. Ipotesi istruttorie che destano preoccupazione perché rivelano, ulteriormente, la capacità della criminalità organizzata di penetrare nel tessuto produttivo regionale”. Serve, secondo Legambiente, “una necessaria inversione di tendenza della Regione, così come richiesto durante il recente Forum regionale sulle foreste organizzato nel luglio scorso a Cosenza”.
“Secondo lo scenario descritto dalla Procura – fanno rilevare i due attivisti – si può ritenere che, per come già emerso dall’inchiesta ‘Stige’, il quadro dell’organizzazione dedita alla gestione illegale del nostro patrimonio boschivo sia nelle mani delle cosche. Trova conferma la deduzione che gli interessi dei clan nel settore forestale in Sila avvenga anche con l’estensione sulla filiera energetica ad esso collegata. Ricompreso anche lo smaltimento illecito di rifiuti. Ipotesi istruttorie che destano preoccupazione perché rivelano, ulteriormente, la capacità della criminalità organizzata di penetrare nel tessuto produttivo regionale”. Serve, secondo Legambiente, “una necessaria inversione di tendenza della Regione, così come richiesto durante il recente Forum regionale sulle foreste organizzato nel luglio scorso a Cosenza”.
“Mancano dati ufficiali sul livello di utilizzazione dei boschi”
In Calabria, inoltre, lamenta Legambiente, “mancano dati ufficiali sul livello di utilizzazione dei boschi e sui prelievi forestali a causa di un sistema di autorizzazione farraginoso e non trasparente che negli anni ha permesso alla criminalità organizzata di infiltrarsi e condizionare un settore economico importante, che nei fatti, alimenta la ‘monocultura’ industriale di produzione di energia elettrica da biomasse per le grandi centrali. Legambiente sostiene l’uso delle biomasse per fini energetici, ma non può condividere quello che succede in Calabria dove, anche grazie agli incentivi nazionali ed alle agevolazioni regionali, si sta depauperando un patrimonio e si è bloccata la nascita di filiere forestali sostenibili. Occorre invertire la tendenza e passare ad un utilizzo sostenibile della filiera energetica da biomasse, per puntare sull’utilizzo a cascata delle risorse boschive secondo i principi della gestione forestale sostenibile e su piccoli impianti a ciclo combinato e con potenza inferiore a 1MGW”.
Le preoccupazioni di Legambiente Calabria
“Stanno trovando conferma – proseguono Nicoletti e Parretta – tutte le preoccupazioni della nostra associazione sulla gestione del territorio e la mancanza di regole per l’utilizzo e la pianificazione del patrimonio forestale della Calabria. Rilanciamo, quindi, l’invito lanciato alla Regione durante il Forum, di insediare un tavolo di filiera del legno con l’obiettivo di favorire una maggiore partecipazione e condivisione tra le istituzioni, il mondo della ricerca e le parti economiche e sociali interessate al fine di garantire anche in Calabria l’attuazione delle Strategie nazionali e comunitarie per le foreste e la biodiversità, favorendo la transizione ecologica e la valorizzazione del settore forestale”.
L’associazione si costituirà parte civile
Legambiente Calabria annuncia che si costituirà parte civile nell’istaurando processo per sostenere le forze dell’ordine e l’operato della magistratura.
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