Il tono è quello di chi non vuole assolutamente alimentare la polemica ma, a fronte di accuse anche pesanti, Michele Comito intende ribadire che sia la sua vita professionale che il suo recente impegno politico sono stati sempre contraddistinti “dalla correttezza e dal pieno ossequio delle regole”. Candidato con Forza Italia ed eletto consigliere regionale con 13mila preferenze nel collegio Centro, il medico vibonese intende rispondere solo su questo piano alle contestazioni che il primo dei non eletti della sua stessa lista, il presidente dell’Ordine degli avvocati di Catanzaro Antonello Talerico, ha messo nero su bianco chiedendo che il Tribunale ne dichiarasse l’ineleggibilità e la decadenza.
In aspettativa “da tutte le funzioni”
In aspettativa “da tutte le funzioni”
Talerico nel suo ricorso (LEGGI QUI) sostiene che Comito abbia chiesto l’aspettativa “nella sua veste di dirigente medico/primario” mentre “non risulta che lo stesso abbia presentato altra richiesta di aspettativa o dimissioni per l’incarico di direttore dipartimentale rivestito nell’Asp di Vibo Valentia” e, a riprova, cita una determina datata 8 settembre. Comito invece chiarisce di essere stato collocato “in aspettativa non retribuita e con sospensione dell’anzianità di servizio e di quella contributiva con decorrenza 30 agosto 2021 da tutte le funzioni ricoperte al servizio dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia”.
L’iter della determina
Da quella data ad oggi, prosegue il consigliere regionale, “nessun atto o provvedimento ho mai adottato o posto in essere non essendo titolato a farlo proprio perché in stato di aspettativa dal servizio”. E anche la determina citata nel ricorso “è stata da me proposta e, quindi, sottoscritta, come doveroso atto per il ruolo che ricoprivo, giorni prima della mia collocazione in aspettativa”. L’atto ha poi “seguito il normale successivo iter procedimentale interno all’Azienda che vede coinvolti altri uffici amministrativi e contabili per giungere a pubblicazione, appunto, in data 8 settembre”.
“Nessun conflitto di interessi”
Comito insomma sostiene di essersi messo in aspettativa prima che venissero depositate le liste per le Regionali e che la proposta della determina in questione sia stata da lui sottoscritta nel momento in cui ancora poteva farlo e non dopo. Tutto ciò, aggiunge, sarà “debitamente documentato nella competente sede” e conferma “che il mio comportamento professionale è stato sempre rispettoso della legge e regolamenti e nessun conflitto di interessi sussisteva e sussiste con la mia candidatura, con la mia elezione e con la carica elettiva di consigliere regionale – conclude Comito – che gli elettori mi hanno voluto conferire”.
s. pel.