di Danilo Colacino – L’hanno chiamata ’27…per ricordare!’, quelli del sindacato di polizia Fsp -presieduto a livello nazionale dal catanzarese Giuseppe Brugnano – che l’hanno organizzata. Di cosa si tratta? Della commemorazione della terrificante strage di Capaci, consumatasi il 23 maggio del 1992 per mano di Cosa Nostra che voleva eliminare in modo barbaro ed eclatante il giudice Giovanni Falcone.
Un alto magistrato – in quel momento direttore degli Affari Penali nel dicastero di via Arenula su nomina dell’allora ministro di Grazia e Giustizia Claudio Martelli – che a inizio anni Novanta ha appunto trovato la morte insieme alla moglie, peraltro sua collega alla Procura dei Minori di Palermo Francesca Morvillo, e a tre componenti della più numerosa scorta da cui era accompagnato. Un omicidio che si è detto sia stato realizzato, per volere del ‘capo dei capi’ Totò Riina, con tecniche da guerriglia per mandare un messaggio al Parlamento in quel momento quasi convintosi a eleggere Presidente della Repubblica Giulio Andreotti. Un drammatico monito secondo alcuni, considerata la contiguità fino al 1980 del potente leader democristiano e boiardo di Stato, dimostrata dalla magistratura palermitana.
Un alto magistrato – in quel momento direttore degli Affari Penali nel dicastero di via Arenula su nomina dell’allora ministro di Grazia e Giustizia Claudio Martelli – che a inizio anni Novanta ha appunto trovato la morte insieme alla moglie, peraltro sua collega alla Procura dei Minori di Palermo Francesca Morvillo, e a tre componenti della più numerosa scorta da cui era accompagnato. Un omicidio che si è detto sia stato realizzato, per volere del ‘capo dei capi’ Totò Riina, con tecniche da guerriglia per mandare un messaggio al Parlamento in quel momento quasi convintosi a eleggere Presidente della Repubblica Giulio Andreotti. Un drammatico monito secondo alcuni, considerata la contiguità fino al 1980 del potente leader democristiano e boiardo di Stato, dimostrata dalla magistratura palermitana.
L’iniziativa dell’Fsp. Il sottotitolo, per così definirlo, dell’iniziativa è: “Per ricordare le vittime del terrorismo, della mafia, del Dovere e di ogni forma criminale”. Ma la manifestazione – come ovvio in programma giovedì prossimo – si sostanzierà in una fiaccolata della memoria con la torcia trasportata da un gruppo di ciclisti tedofori, in partenza dal santuario di Polsi della Madonna della Montagna (situato nel cuore dell’Aspromonte, una sorta di tempio per la ‘ndrangheta che proprio lì ha la ‘Sua Mamma’ come si dice nel gergo della malavita calabrese) i quali deporranno la fiamma votiva dapprima – alle ore 17.30 – innanzi alla lapide del brigadiere dell’Arma Carmine Tripodi (assassinato a San Luca nel 1985 per l’attività investigativa brillantemente svolta sul fronte del contrasto ai sequestri di persona) e infine – alle 17.58 in punto, orario della strage di Capaci – accenderanno il braciere della memoria in Piazza della Resistenza della stessa cittadina reggina. Un gesto a cui presenzieranno le autorità civili e militari locali.
Brugnano e Klaus Davi sempre più impegnati nel progetto San Luca. I due esponenti della società civile sono ormai agli sgoccioli della loro assidua campagna elettorale per il Comune sanluchese.
Redazione Calabria 7