Commissione Pari Opportunità Legacoop Calabria: “Solidarietà a popolo curdo”

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La Commissione Pari Opportunità di Legacoop Calabria esprime piena solidarietà al popolo curdo, vittima dell’aggressione della Turchia di Erdogan, nell’indifferenza dell’Occidente. “Piena solidarietà alle donne curde, da anni impegnate sul fronte per difendere la libertà e l’indipendenza del loro popolo. Sono donne che lottano per difendere il diritto di restare. Oggi queste donne sono il simbolo della rinascita. Sono donne che imbracciano Kalashnikov e non borse di alta moda. Sono donne che indossano medaglie al valore e non preziosi gioielli. Sono donne che rappresentano la massima espressione del principio di pari opportunità. Sono donne ambiziose che hanno scelto di scendere in campo, armate, per dare un nuovo volto alla loro terra e al loro popolo. Un volto fatto di eguaglianza, democrazia e libertà civile.

Lottano contro il regime, lottano contro ciò che negli ultimi anni terrorizza il mondo: lottano contro l’Islam, non inteso come religione ma come estremismo, fondamentalismo islamico, contro l’Isis. Sono donne che lottano e resistono, sono speranza e resilienza. È militanza che riceve le spalle da Trump e da una parte del paese che egli stesso rappresenta. Un paese profondamente segnato da ciò che le donne curde hanno sconfitto. La storia non si dimentica. La loro è una terra che brucia, che stenta a spegnere le fiamme, che riceve benzina piuttosto che acqua. Ma è una terra che freme di passione, piena di vita. Non può esistere una terra sana ed una terra malsana. La terra ha solo bisogno di una buona semenza, di un tempo propizio e di un buon contadino. È un dovere polito, sociale e civile scegliere da che parte stare. È necessaria una presa di posizione a livello statale. Si parla di vite umana, di diritti civili, di uomini, di donne e di bambini.

Lottano contro il regime, lottano contro ciò che negli ultimi anni terrorizza il mondo: lottano contro l’Islam, non inteso come religione ma come estremismo, fondamentalismo islamico, contro l’Isis. Sono donne che lottano e resistono, sono speranza e resilienza. È militanza che riceve le spalle da Trump e da una parte del paese che egli stesso rappresenta. Un paese profondamente segnato da ciò che le donne curde hanno sconfitto. La storia non si dimentica. La loro è una terra che brucia, che stenta a spegnere le fiamme, che riceve benzina piuttosto che acqua. Ma è una terra che freme di passione, piena di vita. Non può esistere una terra sana ed una terra malsana. La terra ha solo bisogno di una buona semenza, di un tempo propizio e di un buon contadino. È un dovere polito, sociale e civile scegliere da che parte stare. È necessaria una presa di posizione a livello statale. Si parla di vite umana, di diritti civili, di uomini, di donne e di bambini.

Sono uomini, donne e bambini che sono costretti a fuggire inseguendo la speranza di una vita migliore, non sono liberi di sceglierlo. Sono gli stessi che perdono la vita nel cimitero del Mediterraneo. Sono loro che subiscono la chiusura dei porti, non Erdogan.

Proprio per la chiusura dei porti il nostro paese, anzi una parte di questo perché per fortuna l’altra parte resiste, si è dimostrato capace di prendere una posizione. Ma oggi, questo stesso paese, è chiamato a dover prendere una posizione al fine di portare una ventata di pace a chi è costretto a vivere la guerra, a chi vorrebbe solo esercitare il proprio diritto alla vita .

La buona semenza è l’umanità come condizione umana.

Redazione Calabria 7

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