“Desidero raccontare un episodio capitato ad una componente la mia famiglia che, anche se non è collocabile ad un vero e proprio caso di malasanità, fa comunque riflettere e molto. La persona in questione A.C. di 68 anni si è già sottoposta alla somministrazione di entrambe le dosi di vaccino Pfizer e dopo circa tre settimane dalla seconda dose decide di sottoporsi al test sierologico che, con grande sorpresa, attesta che la signora non ha, al momento, sviluppato nemmeno un anticorpo. Faccio presente che la signora appartiene alla cosiddetta categoria fragile trattandosi di malata oncologica. Immediatamente e con qualche legittima preoccupazione, la signora col supporto del marito, contatta il medico curante il quale sentenzia che bisognerà procedere alla somministrazione di una ulteriore dose di vaccino, in quanto al momento la signora risulta come non vaccinata, ma allo stesso momento consiglia di rivolgersi ad un qualsiasi hub vaccinale non essendo lui stesso in possesso di una dose di vaccino”. E’ quanto si legge in una nota stampa di Giuseppe Silipo, coordinatore cittadino dell’Associazione CalabriaOltre.
“Contatti il ministro Speranza”
“Contatti il ministro Speranza”
“Seguendo il consiglio del medico di base – si legge nella nota –, marito e moglie raggiungono l’hub vaccinale del presidio ospedaliero del Ciaccio di Catanzaro (struttura presso la quale la signora è in cura) e raccontano la vicenda ad un medico e a due infermiere presenti nella suddetta sede vaccinale. Qui viene il bello. Dopo aver ascoltato il racconto della signora, i professionisti le rispondono che “non sappiamo cosa dirle, le consigliamo di contattare direttamente il ministro Speranza o magari andare a Roma per sottoporgli la questione“. Non sappiamo se la risposta volesse essere una simpatica battuta o un modo per far capire che la casistica in questione non era contemplata tra i protocolli governativi. A nostro avviso, nell’un caso o nell’altro, manca sia di buon senso che di professionalità, atteso che ci si rivolgeva a persona già oberata da tanti pensieri a cui si aggiungeva quello della momentanea inefficacia di un vaccino nel quale riponeva assoluta fiducia.
Per onestà intellettuale, devo dire che al ritorno a casa, la signora è stata immediatamente contattata dal suo medico di base, il quale si era adoperato a recuperare una dose di vaccino che somministrerà alla signora nella giornata odierna. Ci sembra giusto raccontare questa storia che, non fosse per la serietà dell’argomento, rasenterebbe il ridicolo. Lo facciamo principalmente – conclude Silipo – perché sarebbe ingiusto che i tanti sforzi fatti nella nostra martoriata regione da tanti seri professionisti della sanità, per tappare i buchi di tante disfunzioni strutturali ed organizzative, venga vanificata da comportamenti irresponsabili, ancor più perché rivolti a soggetti che avrebbero bisogno di parole tranquillizzanti e non di sciocche battute”.