“Nella discussione per l’individuazione del candidato a sindaco del centrodestra per le elezioni comunali di Catanzaro, la posizione di Fratelli d’Italia è sempre stata estremamente chiara e i comportamenti sempre corretti e lineari. Nonostante ciò, è stato subito evidente il tentativo strumentale di attribuire alla sottoscritta una sorta di intesa con il professore Valerio Donato, essendo noti a tutti i nostri rapporti di amicizia e di reciproca stima personale, che sono cosa ben distinta dalle rispettive posizioni politiche”. Lo afferma Wanda Ferro, coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia.
“Proposti tanti nomi autorevoli”
“Proposti tanti nomi autorevoli”
“Il partito – prosegue la parlamentare – ha proposto tanti nomi autorevoli che, come ho già avuto modo di chiarire, non hanno avuto, per una ragione o per un’altra, la condivisione degli altri rappresentanti, e non sempre in maniera lineare. Da ultimo quello di Saverio Loiero, che ho riproposto all’ultima riunione e che ha avuto la sola condivisione del’Udc. Piuttosto certi improvvisati politologi dovrebbero interrogarsi sul perché autorevoli personalità hanno declinato l’invito ad un impegno in prima persona, proprio per una indisponibilità a doversi rapportare e confrontare con un livello politico ritenuto inadeguato e interessato più ai destini personali che alle prospettive della città”.
“Mai posto alcun veto”
Ferro ribadisce che Fratelli d’Italia “non ha mai posto alcun veto, ha ritenuto tutti i nomi proposti degni e autorevoli – a partire da quelli di Baldo Esposito e Marco Polimeni – e ha dato disponibilità a sostenere la più condivisa tra le possibili candidature poste sul tavolo. Ha quindi atteso la riflessione di Filippo Mancuso, la cui sola ipotesi di disponibilità ha sospeso ogni altra discussione. Non può essere quindi Fratelli d’Italia ad essere ritenuta responsabile di una mancata assunzione di responsabilità, né dello stillicidio di nomi che, anziché restare riservati durante la normale fase di discussione, sono stati dati in pasto alla stampa e bruciati anche nei cenacoli riuniti lungo via Jannoni, con l’effetto di restituire all’opinione pubblica l’immagine di una coalizione alla ricerca di un compromesso al ribasso, di una scelta talmente residuale da risultare debole in partenza”.
“Definire con trasparenza il perimetro della coalizione”
“Allora – afferma ancora Ferro – c’è da chiedersi se per tutti c’è stata la volontà di presentarsi con una coalizione di centrodestra unita, o se fin dall’inizio qualcuno ha lavorato per un progetto alternativo, magari per aderire ad una proposta civica, sfilandosi da una posizione di continuità con l’amministrazione di cui è stato protagonista, con il solo obiettivo di mantenere una posizione personale”.
Secondo Ferro “prima di ragionare sui nomi, magari con chi non ha ancora deciso da quale parte stare, sarebbe stato importante definire con grande trasparenza il perimetro della coalizione. Per fortuna certe profonde analisi politiche hanno il merito di rendere le cose più chiare. Perché mentre c’è chi combatte per la propria bandiera, può capitare che qualcun altro valuti, con la consueta disinvoltura, se la bandiera è più conveniente cambiarla”.