Se fosse un film poteva tranquillamente titolarsi “C’eravamo tanto amati” ma qui è tutto reale. Un flirt non consumato e un matrimonio non celebrato. Tecnicamente non può parlarsi di divorzio ma Clemente Mastella e Antonello Talerico si sono separati ancor prima di mettersi insieme. Galeotto il comunicato stampa inviato poco prima di mezzanotte alle principali testate giornalistiche calabresi dall’avvocato Anselmo Torchia, segretario regionale di “Noi di centro”, uno dei tanti partitini dell’universo centrista che a Roma risponde proprio all’ex ministro della Giustizia, ex parlamentare e sindaco di Benevento, Clemente Mastella. Senza mai citarlo, Torchia ha mollato Talerico e la coalizione che lo appoggia nella corsa a sindaco di Catanzaro per abbracciare la proposta politica di Valerio Donato, a sua volta sostenuto da “Italia al Centro” di Giovanni Toti e Gaetano Quagliariello. Alleati a Roma e adesso anche a Catanzaro nel nome di un grande centro ancora tutto da costruire.
“C’eravamo tanto amati”
“C’eravamo tanto amati”
Ma tutto ciò è andato di traverso ad Antonello Talerico che, appreso quanto ufficializzato dal segretario regionale di “Noi di centro”, il suo collega e avvocato Anselmo Torchia, ha replicato con un’altra nota pepata parlando di “centrismo-banderuola di Mastella” e sottolineando di essere stato lui a non volere i “mastelliani” nella sua coalizione: “Io stesso, avendo costruito in questi mesi una candidatura con al seguito liste civiche e partiti (che non si vergognano di mostrare il loro simbolo) di chiara estrazione moderata, liberale e di centrodestra, ho rifiutato di avere con me la lista ispirata da Clemente Mastella (che avrei dovuto anche contribuire a comporre, data la acclarata debolezza territoriale). Questo perchè il centrismo-banderuola che oscilla da destra a sinistra in base alle convenienze elettorali o agli interessi personali e contingenti del momento non possiede quella serietà politica e quel rispetto per gli elettori che è doveroso quando si fronte si ha sì una competizione, ma anche una città allo sfascio che necessità di una squadra competente che attragga risorse e investimenti e di una guida che non pensi a sistemare alcuno o a rendere favori, ma renda protagonista il capoluogo”.
Lo “scippo” di Mastella
Talerico ricorda poi un vecchio episodio di dieci anni fa quando Mastella fu protagonista del cosiddetto “scippo” della scuola di magistratura trasferita da Catanzaro e Benevento “tra l’altro città di Pietro Perlingieri, maestro dell’oggi candidato Valerio Donato, che – evidenza – all’epoca rimase silente”. Il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro ne ha per tutti, anche per la neo-candidata a sindaco Wanda Ferro che, proprio poche settimane fa, lo ha etichettato come “candidato appoggiato da Mastella”: “La mia proposta politica – sostiene – è seria e identitaria di centrodestra, a fronte di altri intrugli politici dove dentro vi è di tutto e dove amava sguazzare fino al niet definitivo della sua leader nazionale che l’ha relegata ad un minoritarismo di bandiera. Sono certo che coerenza, trasparenza e la nostra chiara collocazione politica saranno premiati a fronte dei giochetti della vecchia politica in atto, ormai ben noti ai cittadini”. (mi.fa.)
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