Alla Commissione parlamentare Antimafia non è arrivata alcuna lista da Catanzaro per il controllo preventivo delle candidature in tempo utile per poter cambiare ed eventualmente sostituire i profili a rischio. Tutti i partiti hanno rinunciato a questa possibilità che proprio un anno fa venne accolta con favori bipartisan da destra e sinistra. A promuoverla era stata Wanda Ferro, vice capogruppo di Fratelli d’Italia e segretario dell’Antimafia. La Commissione stessa l’aveva votata all’unanimità. Le uniche tre liste arrivate sulla scrivania del presidente Nicola Morra risultano presentate la scorsa settimana ad Ardea, Ciampino e Frosinone. Nessun plico da altre parti d’Italia, tanto meno da Catanzaro dove la stessa Wanda Ferro si è candidata a sindaco con la lista di Fratelli d’Italia definita in extremis, evidentemente troppo tardi per passare i nomi all’Antimafia. Non lo hanno fatto neanche i suoi competitors che hanno avuto tutti il tempo necessario.
La caccia agli “impresentabili”
La caccia agli “impresentabili”
Adesso si procederà secondo l’iter ordinario: la Prefettura di Catanzaro segnalerà tutti i nomi dei candidati alla Commissione bicamerale che, a sua volta, li girerà alla Direzione nazionale antimafia per il controllo vero e proprio che registrerà l’inevitabile passaggio alla Procura distrettuale del capoluogo di Regione con una procedura ovviamente riservata. Il risultato definitivo verrà però comunicato a pochi giorni dal voto e i nomi degli “impresentabili” saranno ufficiali. Troppo tardi per intervenire perché i rappresentanti delle liste avranno in mano l’elenco dei candidati sconsigliati praticamente a ridosso dell’apertura delle urne. Toccherà quindi agli elettori fare selezione e bocciare gli aspiranti consiglieri comunali marchiati con il “bollino rosso”.
Il precedente delle Regionali
Per le Regionali in Calabria dello scorso mese di ottobre sono state undici liste che hanno sottoposto i nomi al vaglio della Commissione: Coraggio Italia, Fratelli d’Italia, Noi con l’Italia, Forza Azzurri, Forza Italia, Occhiuto Presidente, Lega, Udc, Tesoro Calabria, Calabria Libera, M5S. Roberto Occhiuto, poi eletto presidente della Regione, fatte le opportune differenziazioni sulle tipologie di reati contestati, aveva quindi provveduto a sbarrare la strada agli “impresentabili” individuati dall’Antimafia con il prezioso contributo del controllo preventivo. La storia non si è ripetuta nel caso di Catanzaro dove, tra l’altro, molti consiglieri comunali uscenti rischiano il rinvio a giudizio nell’inchiesta relativa a “gettonopoli” a alle “false assunzioni”.
L’identikit dell’impresentabile
Nell’intervista rilasciata a Calabria7, qualche settimana fa Nicola Morra ha tracciato l’identikit degli “impresentabili” specificando gli strumenti ai quali affidarsi per individuarli attraverso il codice di autoregolamentazione della Commissione antimafia e la Legge Severino: “Secondo il codice di autoregolamentazione della Commissione parlamentare antimafia vigente, che è quello approvato dalla consiliatura Rosy Bindi e non dalla consiliatura Morra perché ancora le presidenze delle due Camere non l’hanno sottoposto a valutazione di ratifica, è impresentabile non semplicemente chi è indagato ma colui che è rinviato a giudizio per una tipologia di reati talmente gravi da essere ritenuti ostativi. Si tratta di reati contro la pubblica amministrazione, non reati di opinione. Sono impresentabili coloro che rientrano nella pletora di ipotesi avanzata dalla Legge Severino, ma questo è un altro discorso ancora rispetto al codice di autoregolamentazione della Commissione che si può trovare tranquillamente sul sito” (LEGGI QUI). (mi.fa.)