“È roba da non credere, pur riconoscendo – a fronte dell’insolenza con cui si sbeffeggia la dignità del centrodestra – la chiarezza adamantina, da parte del Comitato Donato sindaco e delle sue liste a sostegno.
Ne ricavo l’impressione di come tal comitato (simile ad una sorta di Politburo Sovietico, tanto caro a qualcuno e non certo al sottoscritto, che rimane coerentemente e orgogliosamente democristiano), nel divulgare il verbo in nome e per conto del cattedratico candidato – non si sa bene a carico di chi e per cosa, visto che si celano, con evidenza, certuni interessi, squisitamente, non parapolitici, ma di politica (cosa pensate mai, altrimenti?) – abbia, proprio l’organo organizzativo e di supporto della coalizione arcobalenesca, sottoscritto il tutto (“Siamo noi la vera sinistra”)”. Lo scrive in una nota Vincenzo Speziali, ex segretario cittadino dell’Udc di Catanzaro.
Ne ricavo l’impressione di come tal comitato (simile ad una sorta di Politburo Sovietico, tanto caro a qualcuno e non certo al sottoscritto, che rimane coerentemente e orgogliosamente democristiano), nel divulgare il verbo in nome e per conto del cattedratico candidato – non si sa bene a carico di chi e per cosa, visto che si celano, con evidenza, certuni interessi, squisitamente, non parapolitici, ma di politica (cosa pensate mai, altrimenti?) – abbia, proprio l’organo organizzativo e di supporto della coalizione arcobalenesca, sottoscritto il tutto (“Siamo noi la vera sinistra”)”. Lo scrive in una nota Vincenzo Speziali, ex segretario cittadino dell’Udc di Catanzaro.
“Non si fugge via nel silenzio della notte”
Ciò, secondo Speziali, lo si è fatto, “inequivocabilmente, anche in nome e per conto di coloro i quali dovrebbero rappresentare il centrodestra, che fanno apparire aggiuntivo e marginale, se non annacquato o, peggio ancora, sottomesso. Già, qualcuno ha voluto così – non io, ovviamente e ignobilmente scacciato dai farisei (ma torno, tanto torno e riprendo possesso di casa mia, poiché non sono un trasformista berlingueriano in cerca di carica da primo, non cittadino, bensì della classe!) – in quanto vi è poco da fare (eppure tanto o molto, al tempo stesso), perché non si ammaina la bandiera di un’appartenenza e non si fugge via, conigliescamente, nel silenzio della notte!”.
“C’è a chi importa solo il ‘posto al sole'”
“Bella, proprio bella (intendendo il tutto al netto di una ironia amara, amarissima!), la figura dimostrata da ‘gallinacei’ importati dal padovano – alla stregua dei beceri colonizzatori di un tempo, che però, contrariamente agli attuali, almeno, hanno lasciato segni di arte e cultura, mirabilissime – poiché a costoro (e alla combriccola che gli si è asservita, immaginandone i motivi), non importa nulla se non il futuristico ‘posto al sole’, ovvero non lo scranno, bensì un indefinito taboret, parlamentare o locale, poco importa. Tutto ciò, è morale, è identitario, è passione? Giudicate voi!”.
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