Comunali Pizzo, la gente vuole lasciarsi alle spalle l’onta di uno scioglimento per mafia

Dopo il ciclone Rinascita-Scott che ha decapitato la precedente amministrazione guidata da Callipo, la comunità si appresta a tornare al voto
Comunali Pizzo

Dopo il ciclone Rinascita-Scott che ha decapitato la precedente amministrazione guidata da Gianluca Callipo, la comunità di Pizzo si appresta nuovamente a tornare al voto. L’interregno commissariale guidato dalla triade Reppucci-Corvo-Di Martino ha infatti esaurito il proprio mandato dopo due anni di gestione della cosa pubblica e un dissesto dell’ente che ha impedito di realizzare maggiori opere e conseguire più importanti risultati.

I candidati

I candidati

La gente di Pizzo ha voglia di tornare ad essere decisiva, di scegliere i propri rappresentanti a Palazzo San Giorgio, di dare una connotazione politica all’esecutivo comunale che verrà fuori dalle urne dalla sfida di quattro candidati: Sergio Pititto, Emilio De Pasquale, Francesco Damiano Muzzopappa e Beppino De Caria.

Più che altro ci si vuole lasciare alle spalle l’onta di uno scioglimento per infiltrazioni mafiose in uno dei maggiori centri turistici della Calabria, città dalle tradizioni marinare radicate nel tempo, con una storia e monumenti millenari, caratteristici, affascinanti ma con altrettante problematiche da affrontare e risolvere: dei conti dell’ente abbiamo detto, il problema della viabilità, soprattutto lungo via Nazionale, triste teatro di incidenti stradali – alcuni dei quali, purtroppo, anche mortali – che si verificano con una preoccupante cadenza; la riscossione dei tributi che pesa in maniera rilevante sulle casse di palazzo San Giorgio; la questione sicurezza in una città in cui il fenomeno dei furti, dai veicoli a quelli nelle abitazioni, è davvero preoccupante; e ancora efficientare il sistema depurativo (anche se ora c’è il finanziamento per ammodernare l’impianto, merito dell’attuale commissione straordinaria) impedendo che quelle chiazze che si notano in mare partano proprio da territorio napitino (per quelle provenienti dal golfo di Sant’Eufemia ci stanno pensando ben due Procure) ed altro ancora.

Insomma quelle che si apprestano ad arrivare saranno elezioni decisive per la città delle 11 chiese, quella in cui trovò la morte re Gioacchino Murat, quella dalle enormi potenzialità ma finora rimaste inespresse. (f.p.)

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