Nel “complesso meccanismo volto a condizionare l’espressione del voto popolare” a favore di Antonino Castorina, il consigliere comunale del Pd di Reggio Calabria finito stamane agli arresti domiciliari per presunti brogli insieme con il presidente di un seggio, Carmelo Giustra, c’era l’utilizzo di tessere elettorali duplicate, intestate a ultraottantenni o addirittura a persone decedute. E’ quanto emerge dagli atti dell’operazione della Polizia. Le indagini, effettuate dalla Digos, sono coordinate dal procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri, dal procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e dai sostituti Paolo Petrolo e Nunzio De Salvo della Procura della Repubblica di Reggio.
Gli agenti della Questura, con il supporto del Compartimento Polizia postale e delle Telecomunicazioni di Reggio e del Reparto Prevenzione Crimine Calabria, hanno dato esecuzione all’ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Gip. Castorina e Giusta sono indagati in concorso “per plurime fattispecie di falsità in atto pubblico e reati elettorali”.
Gli agenti della Questura, con il supporto del Compartimento Polizia postale e delle Telecomunicazioni di Reggio e del Reparto Prevenzione Crimine Calabria, hanno dato esecuzione all’ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Gip. Castorina e Giusta sono indagati in concorso “per plurime fattispecie di falsità in atto pubblico e reati elettorali”.
Le indagini
Partendo dagli usuali controlli svolti nelle sezioni nel corso delle recenti elezioni amministrative della città, svoltesi il 20 e 21 settembre scorsi, sarebbe emerso che il consigliere comunale avrebbe fatto “incetta di un considerevole numero di duplicati di tessere elettorali di soggetti particolarmente anziani, generalmente ultraottantenni, e alcuni addirittura deceduti, che venivano utilizzati all’interno di alcuni seggi in cui operavano operatori compiacenti, nominati illegittimamente dl Castorina senza che questi ne avesse il potere”. All’interno del seggio, “veniva attestata come avvenuta la votazione dell’elettore del quale ci si era – senza che costui ne sapesse nulla – procurati il duplicato della tessera elettorale, e ci si sostituiva a loro nell’espressione del voto. Con un canovaccio comune a tutti i contesti analizzati – scrivono ancora gli inquirenti – tali tessere venivano annotate sui registri elettorali, associate a cittadini censiti all’atto del voto con, il più delle volte, l’attestazione della identificazione del cittadino la modalità “per conoscenza personale””.
A volte venivano inseriti nei registri dei votanti numeri di documenti identificativi falsi di elettori parimenti ignari. Il complesso lavoro investigativo della Digos avrebbe consentito di rilevare “una serie di evidenze oggettive, nella copiosissima documentazione analizzata, che induce a ritenere fondatamente che gli elettori per cui Castorina aveva richiesto il duplicato della tessera elettorale non lo avevano delegato, non erano a conoscenza di siffatta circostanza e, soprattutto, non si erano recati a votare, contrariamente a quanto attestato nei relativi registri”. Quattro di questi elettori erano addirittura deceduti prima dello svolgimento delle elezioni.
La complessità dell’illecito sistema venuto alla luce e la mole di documentazione esaminata e da esaminare “comporta – puntualizzano gli inquirenti – che le indagini, lungi dall’essere concluse, proseguono per ricostruire nel dettaglio tutti gli aspetti, penalmente rilevanti, di tale illecito meccanismo, sia sotto il profilo di eventuali ulteriori fattispecie delittuose perpetrate sia sotto il profilo della individuazione della compiuta rete di soggetti che ne hanno consentito la realizzazione anche, eventualmente, in relazione ad altre figure elettorali”.
“L’inchiesta non è conclusa”
“Questa non è un’indagine sulle elezioni, ma su fatti di reato accertati commessi in occasione delle elezioni”. Lo ha detto il procuratore capo di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, nel corso della videoconferenza stampa convocata per illustrare l’indagine che oggi ha portato agli arresti domiciliari il consigliere comunale del Pd Antonino Castorina e un presidente di seggio. Indagine che, ha chiarito il procuratore, non è ancora conclusa e che vede altri indagati il cui ruolo e la cui identità non sono ancora state rese note.
L’indagine sui brogli alle elezioni comunali di Reggio è nata dall’intuizione di due agenti presenti ai seggi, che hanno notato una persona in possesso di diversi duplicati di certificati elettorali, di persone diverse e per seggi diversi. I duplicati su cui sono stati fatti gli accertamenti erano riferiti tutti a persone anziane, due delle quali risultano avere votato nonostante fossero decedute, uno dal 2018 e uno poco prima del voto, nel settembre 2020. Tra le persone che figurano avere votato ma che in realtà non sono mai andate alle urne, identificate al seggio “per conoscenza personale” e non tramite documento d’identità, vi è anche una persona che si è trasferita da anni in un altro continente.
Brogli elettorali a Reggio, arrestato il consigliere comunale del Pd Castorina