Comune, comunicazione quanto ci costi? Scelte da stigmatizzare al pari di un Consiglio talvolta “fuori controllo”

di Danilo Colacino – Il consiglio comunale di due giorni orsono ha offerto decine di spunti. E non solo di carattere politico. Alcuni, appena un paio per la verità, li abbiamo sviscerati ieri. Ma tanti altri ce ne sono. E vanno messi in fila per non passare inosservati, pena una cattiva informazione.

Primo punto: l’ingente costo della comunicazione del sindaco Sergio Abramo. Non c’è che dire: fra amici (anche ex), amiche, parenti e affini, il sindaco Sergio Abramo quando si tratta di comunicazione non bada a spese. Un fiume di denaro delle tasche dei contribuenti impiegato per garantire incarichi, talvolta d’oro, a giudicare dalle somme che vengono certificate con atti pubblici. Funzioni per giunta assegnate su base fiduciaria, quindi senza alcun concorso o bando ad hoc. Nulla di irregolare, per carità. Ma quando poi si ‘piange miseria’ per così dire sulla difficoltà della somministrazione di servizi di grande importanza, bisogna ricordarsi delle centinaia di migliaia di euro fra liquidazioni e stipendi lautissimi (anche a seguito di conferimento di doppio incarico) e di altri quattrini ad esempio spesi per dare vita a stagioni teatrali – che peraltro assicurano ulteriori prebende nel settore dei rapporti con la stampa – con varie unità lavorative profumatamente pagate. Questioni di scelte che i cittadini con il loro voto hanno avallato e dunque nulla quaestio. O no?

Primo punto: l’ingente costo della comunicazione del sindaco Sergio Abramo. Non c’è che dire: fra amici (anche ex), amiche, parenti e affini, il sindaco Sergio Abramo quando si tratta di comunicazione non bada a spese. Un fiume di denaro delle tasche dei contribuenti impiegato per garantire incarichi, talvolta d’oro, a giudicare dalle somme che vengono certificate con atti pubblici. Funzioni per giunta assegnate su base fiduciaria, quindi senza alcun concorso o bando ad hoc. Nulla di irregolare, per carità. Ma quando poi si ‘piange miseria’ per così dire sulla difficoltà della somministrazione di servizi di grande importanza, bisogna ricordarsi delle centinaia di migliaia di euro fra liquidazioni e stipendi lautissimi (anche a seguito di conferimento di doppio incarico) e di altri quattrini ad esempio spesi per dare vita a stagioni teatrali – che peraltro assicurano ulteriori prebende nel settore dei rapporti con la stampa – con varie unità lavorative profumatamente pagate. Questioni di scelte che i cittadini con il loro voto hanno avallato e dunque nulla quaestio. O no?

La piccata reazione di Abramo nei confronti delle opposizioni e il clima che si respira durante il civico consesso. Sui generis le recenti reazioni del sindaco che dapprima in tv ha minacciato di querelare chiunque lo criticherà, neppure si fosse in Corea del Nord, e successivamente scelto di atteggiarsi alla stregua del protagonista della fortunata serie ‘The Young Pope’ che girava le spalle ai fedeli, probabilmente infastidito da quanti ne osavano mettere in dubbio l’augusta maestà. Difficile fare l’esegesi di tale presa di posizione: delirio di onnipotenza, allergia agli attacchi sempre più frequenti degli avversari, o di contro stress da guerra permanente fra velleità di carriera personale (leggasi candidatura a governatore) e problemi amministrativi di Comune e Provincia. Di certo, per quanto compete a noi cronisti sappia che non possiamo e vogliamo abdicare al ruolo di informare e anche all’esercizio di critica e opinione in quanto notisti. Ma al di là di tutto, va stigmatizzata la situazione in cui si svolgono i consigli comunali. E per responsabilità di tutti. Non solo della maggioranza o del centrodestra, sia chiaro. Chissà, forse l’operazione rinnovamento (o meglio rivoluzione copernicana) dell’organo è miseramente fallita o magari le cause sono altre. Ma se si fosse assistito con la tanto ipocritamente auspicata diretta – che in realtà sarebbe la prova regina per ‘inchiodare’ i membri dell’Aula alle loro responsabilità – alle modalità di votazione dei debiti fuori bilancio di circa 48 ore fa, non ci sarebbe stato altro da aggiungere.

La pausa pranzo mascherata delle 14. A prescindere dai cronici ritardi sull’avvio delle sedute, che ormai non fanno più notizia come le code ai caselli autostradali nei weekend d’agosto, si sappia che se la civica assise è fissata prima dell’ora di pranzo a un certo punto come per magia sarà deserta per una mezz’oretta. Motivo? Va bene la passione, e il dovere, della politica, ma a stomaco vuoto si ragiona male e allora via al fuggifuggi alle vicine tavole calde.

Le precisazioni del leader di Cambiavento Nicola Fiorita e l’invito nei suoi confronti a svelare cosa vuol far…da grande. Il professore è sempre al centro dell’attenzione e molto corteggiato, come ovvio quasi esclusivamente dal centrosinistra tradizionale. Non è una novità. Ma il Fiorita reclamato da Democrat et similia per il passato ha precisato durante la seduta di cui si parla: “Il nostro è un movimento eterogeneo e per questa ragione alle scorse Comunali e in occasione di altri appuntamenti elettorali, ho sempre lasciato libertà di voto”. Fatto sta, però, che in particolare Roberto Guerriero gli ha non troppo velatamente chiesto di prendere una posizione netta in vista del futuro appuntamento con le Amministrative, che a Catanzaro sembrerebbe non lontanissimo malgrado la scadenza naturale della consiliatura sarebbe fissata per la primavera inoltrata del 2022, provando così a essere il federatore e la guida della coalizione dei moderati.

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